Tra le peculiarità di Apple Park, il nuovo mega campus da circa 708.000 metri quadrati dell’azienda che da alcuni mesi ha già cominciato ad accogliere i primi dipendenti, spazi aperti di lavoro con disposizione open space, un’idea non nuova che dovrebbe consentire una più efficiente articolazione dei luoghi produttivi, con spazi ariosi e connessi.
La disposizione degli uffici open space può non essere gradita da chi soffre di agorafobia, la sensazione di paura o disagio che alcuni provano quando ci si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi aperti. A questo si aggiunge un cambiamento radicale dopo svariati anni di spazi di lavoro comuni, molto più contenuti e di uffici singoli personali, a cui i dipendenti Apple sono abituati nello storico Campus attuale, una disposizione diametralmente opposta ai grandi corridoi e alle immense aeree di uffici open space all’interno dell’Astronave, così come è soprannominato l’edificio principale circolare di Apple Park.
Nel suo ultimo podcast, John Gruber afferma che non tutti i dipendenti e dirigenti sono entusiasti di trasferirsi e di lavorare nel nuovo campus. È il caso, ad esempio di Eddy Cue, senior vice president Internet Software and Services di Apple, che sembra aver deciso di rimanere nel “vecchio” campus a 1 Infinite Loop.
Ma sarebbe Johny Srouji, con il cruciale ruolo di vice president Hardware Technologies, il più inamovibile: secondo il blogger dopo aver visto i piani degli interni del nuovo campus avrebbe esclamato: “Col c… che la mia squadra funzionerà così”. Il rifiuto del dirigente sembra sia totale e incondizionato, tanto che per il suo team sarebbe stata predisposta un’area apposita in una palizzina separata dal campus. Gruber spiega che forse internamente questa soluzione sarà motivata per ragioni di sicurezza o altro: ricordiamo che il team di Johny Srouji supervisiona le tecnologie hardware di Cupertino incluse batterie, controller, schermi, chipset inclusi i processori Apple Ax di iPhone e iPad, rivestendo quindi una importanza fondamentale per l’intero ecosistema della Mela.
Gruber precisa che non può fornire una conferma definitiva sulle dichiarazioni raccolte perché sono state riportate da una terza persona ma che se reali, le critiche agli uffici open space di Apple Park, potrebbero trovare facilmente una conferma. Personalmente Gruber ritiene che le indiscrezioni sopracitate siano vere ma non esclude il contrario. Da aprile di quest’anno Apple ha cominciato a trasferire i quasi 13.000 dipendenti. L’operazione di trasferimento richiederà circa sei mesi al ritmo di 500 persone a settimane mentre la costruzione di edifici e parchi proseguirà nel corso dell’estate.