OnePlus raccoglie una lunga serie di dati dagli utenti del dispositivo, svolgendo una attività che sembrerebbe non essere stata sufficientemente resta nota ed esplicitata correttamente così che gli utenti risultano poco informati e non sanno di essere tracciati costantemente.
Il problema è stato per la prima volta evidenziato da Christopher Moore sul suo blog personale, dove afferma di aver collegato il suo OnePlus 2 a un proxy per il monitoraggio del traffico internet dal dispositivo, come parte di una sfida Hackathon. Mentre controllava il traffico, Moore ha scoperto che OnePlus stava raccogliendo molti dati utente come i numeri IMEI, gli indirizzi MAC e anche i timestamp relativi a quando gli utenti bloccano o sbloccano il telefono, o quando lo schermo si spegne.
I dati raccolti restituiscono anche i timestamp su quando vengono aperte e chiuse le app; di conseguenza l’azienda traccia l’apertura e la chiusura di qualunque applicazione, essendo in grado di capire quali programmi un utente usa e per il tempo esatto.
Moore mette in evidenza che è stato in grado di vedere i timestamp relativi a quando aveva aperto Slack e Microsoft Outlook, precisi al millisecondo, tutti stampati con il numero di serie del suo telefono che lo lega direttamente al dispositivo da quando l’aveva acquistato da OnePlus.
Chi possedesse un OnePlus può comunque interrompere tale attività di “spionaggio”: Moore ha infatti trovato una soluzione per disinstallare OnePlus System Service che effettua la segnalazione dei dati di analisi. Per farlo è necessario usare Android Debug Software; il tutorial è riportato direttamente sul post di Moore.