La storia si ripete e OnePlus è stata pizzicata nuovamente a barare nei test benckmark con il nuovo OnePlus 5. XDA ha infatti scoperto che il OnePlus 5 ha un meccanismo incorporato per riconoscere le applicazioni popolari di benchmarking. Quando una di queste viene rilevata, il telefono si porta alla massima velocità di clock del processore.
Si tratta di un trucco abbastanza subdolo perchè non abilita l’overclock del processore ma si limita a mettere il telefono in una modalità di prestazione massima che nessun utente sperimenterebbe nell’utilizzo quotidiano, con risultati di conseguenza irrealistici.
L’azienda ha comunque candidamente ammesso: “Abbiamo impostato OnePlus 5 per eseguire parametri di riferimento a un livello di prestazioni elevato, sia naturale che sostenibile per tutti i dispositivi, i media e i consumatori, in modo che gli utenti possano vedere il vero potenziale del telefono durante l’esecuzione di applicazioni e giochi ad alta intensità di risorse. In nessun caso abilitiamo l’overclock della CPU, né mettiamo un limite di frequenza della CPU”.
La risposta dell’azienda è altrettanto scaltra e sottende un pensiero non poco diffuso nel settore tecnologico, ovvero che i test di benchmark si limitino a valutare un dispositivo in uno scenario ideale, non certo nella molteplicità e complessità dell’uso reale e quotidiano – difficilmente riproducibile da una semplice applicazione – e che siano quindi solo relativamente significativi.
A questo punto, dunque, tanto vale far sì che il proprio dispositivo dia il meglio adattandosi a quello scenario ideale.