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Recensione Olympus OM-D E-M10, mini-meraviglia per tutte le tasche

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Dopo l’innovativa Olympus OM-D E-M5 e la successiva ed eccellente Olympus OM-D E-M1, Olympus ha lanciato sul mercato la terza incarnazione della serie OM-D, la nuova Olympus OM-D E-M10, confermando ancora un volta il successo della linea del brand giapponese come serie di punta, da affiancare alla più “anziana” serie EP, con cui Olympus aveva aperto le sua danze per il formato Micro Quattro Terzi. A pochi giorni dal suo lancio (in Italia non è ancora troppo semplice trovarla) l’Olympus OM-D E-M10 è già salita nelle classifiche di siti specializzati e degli amatori. Per qualità e prezzo e soprattutto qualità in rapporto al prezzo sembra infatti uno dei prodotti top degli ultimi mesi.

Per funzioni e potenzialità si collca di fatto alla pari della E-M5, anzi per alcuni versi è superiore visto che usa lo stesso processore della E-M1, ha il Wi-Fi e flash integrato e ha tutti i controlli manuali della E-M5, più qualche funzione software aggiuntiva. Il modello precedente è superiore solo per la tropicalizzazione del corpo e lo stabilizzatore a cinque vie, invece che a tre della E M10. Lo stile è quello tipico OM-D, molto più piccola della E-M1 e leggermente meno pesante ed ingombrante della E-M5. Di fatto è quindi più corretto ritenere la E-M10 una evoluzione con riduzione di prezzo della E-M5 che un prodotto di fascia inferiore. Abbiamo voluto metterla alla prova per cercare di capire come va e che cosa questa mirrorless può offrire all’utente appassionato, alla ricerca di un prodotto flessibile, con ottiche intercambiabili, di fatto paragonabile per nicchia di mercato a quello delle DSLR che si collocano nella fascia alta del mercato consumer, rispetto alle quali si avvantaggia per avere il corpo e il peso di una compatta.

ISO 800 1-180 sec a f - 6,8 Olympus OMD EM10-43

Olympus OM-D E-M10: Ergonomia e Comandi

Come accennato dal punto di vista fisico la Olympus OM-D E-M10 mantiene il design inaugurato dalla E-M5, riducendo però le dimensioni in un corpo più compatto, di dimensioni inferiori, che la rendono la fotocamere più piccola del trio, la più portabile e la più semplice da infilare nella tasca della giacca, soprattutto se abbinata ad un obiettivo come l’Olympus M.ZUIKO Digital ED 14-42mm f3.5-5.6 EZ, zoom motorizzato estendibile, che – da chiuso – risulta uno dei più piccoli sul formato Micro Quattro Terzi. Olympus è riuscita a fare stare in un prodotto di 12 centimetri per 8 per sette di profondità, tutto quel che serve, incluso anche il flash e il mirino elettronico, cosa che non troviamo in fotocamere APS-C delle stesse dimensioni come, ad esempio, la pur eccellente Fujifilm X-M1 I comandi riprendono tasti e disposizioni della E-M5, con la ghiera di selezione della modalità di scatto sulla sinistra, due ghiere multi-funzione sulla destra, con il pulsante di scatto, un tasto funzione e il tasto di ripresa video; sul retro il tasto menù con il d-pad intorno, tasto cestino e la leva di accensione, e il tasto dedicato alle informazioni, sovrastati da un comodo appoggio per il pollice, che migliora la presa durante l’impugnatura, ed in alto a destra un altro tasto funzione e il tasto riproduzione. I tasti sono comunque stati migliorati rispetto alla E-M5, non solo per l’ergonomia ma anche per il posizionamento, ora più pratici e raggiungibili, anche se forse sempre poco rassicuranti per chi avesse mani grandi; sembrano anche rispondere meglio di rispetto a quelli della E-M5, forse per l’assenza della tropicalizzazione. Disponibile anche la connettività Wi-Fi (che passa per via di un’applicazione, come vedremo), assente invece nella Olympus OM-D E-M5.

Il fronte della fotocamera, molto simile alla precedente E-M5, più compatta e dalla stile SLR
Il fronte della fotocamera, molto simile alla precedente E-M5, più compatta e dalla stile SLR

La Olympus OM-D E-M10 offre lo stesso mirino elettronico della E-M5, LCD da 1.44 milioni di punti e risoluzione 800×600: meno efficace rispetto a quello della E-M1 e di alcune concorrenti come qualcuna delel Fujifilm, ma comunque la componente è ottima; al di sopra di questo troviamo il flash pop up, che nella E-M5 era invece incluso nella confezione come accessorio separato, da montare nella slitta a caldo; molto più comodo averlo integrato al di sopra del mirino, pronto ad estendersi alla pressione dell’apposito tasto, posizionato a sinistra del mirino elettronico. Lo schermo touch da 3 pollici è lo stesso della E-M1 o della E-M5, sempre riposizionabile e regolabile verso il basso o verso l’alto, per scattare comodamente anche in situazioni dove non è possibile usare il mirino elettronico.

Il retro, dove si evidenzia il mirino elettronico e lo schermo da 3 pollici. I comandi sono situati sulla destra ed i pulsanti perfezionati
Il retro, dove si evidenzia il mirino elettronico e lo schermo da 3 pollici. I comandi sono situati sulla destra ed i pulsanti perfezionati
Con l'obiettivo Olympus M.ZUIKO Digital ED 14-42mm f3.5-5.6 EZ lo spessore è molto ridotto e la fotocamera molto portabile
Con l’obiettivo Olympus M.ZUIKO Digital ED 14-42mm f3.5-5.6 EZ lo spessore è molto ridotto e la fotocamera molto portabile

L’ultima differenza dal punto di vista della costruzione rispetto alla E-M5 è invece a sfavore della nuova Olympus OM-D E-M10. Mentre il modello precedente era infatti resistente all’acqua, alla polvere e agli sbalzi di temperatura, offrendo così la possibilità – con le giuste lenti – di affrontare anche la pioggia o ambienti molto umidi,E-M10 non offre questa opzione, una decisione che ha probabilmente contribuito alla riduzione di più basso. Se per la maggior parte degli utenti più “casual” non sarà una grave perdita, per chi invece prevede sessioni fotografiche sotto la pioggia o in altre condizioni atmosferiche problematiche, questa caratteristica va tenuta in conto nel ponderare l’acquisto.

Sul fondo lo slot per scheda SD e batteria
Sul fondo lo slot per scheda SD e batteria
I comandi posizionati sul dorso; il flash pop-up integrato al di sopra del mirino elettronico
I comandi posizionati sul dorso; il flash pop-up integrato al di sopra del mirino elettronico

Nel complesso però, per un uso ordinario, abbiamo trovato la Olympus OM-D E-M10 un passo in avanti rispetto alla E-M5: ergonomicamente la fotocamera migliora il design della precedente, offrendo un corpo ancora più compatto e maneggevole, e il flash pop up integrato, che ci permette un utilizzo comodo e rapido, senza il fastidio di dover montare e smontare il flash qualora lo si volesse utilizzare. Ovviamente l’ergonomia non può assolutamente competere con quella della sorella maggiore E-M1, studiata per rendere accessibili rapidamente ogni funzione, ma si tratta di fasce di prezzo e target nettamente differenti, sebbene, come vedremo, dal punto di vista tecnologico le differenze non siano poi così marcate. Resta invariato invece il menù e la navigazione Olympus, che offre sempre un’esperienza poco intuitiva e confusa, seppellendo molte opzioni in sotto-menù e sottosezioni che spesso rendono la ricerca di una specifica impostazione una vera caccia al tesoro. Diverse opzioni necessarie sono anche, stranamente, disattivate e devono essere prima trovate e poi attivate, cosa che in qualche occasione diventa un rompicapo vero e proprio sia perchè il funzionamento deve essere composto attivando vari menù e opzioni, sia per la bizzarria dei nomi che vengono assegnati alle funzioni. In molti casi anche il manuale in PDF non aiuta, visto che le stesse funzioni vengono denominate in maniera diversa rispetto a quanto riportato sul menù vero e proprio. Da questo punto di vista Olympus dovrebbe migliorare, prendendo spunto da alcuni concorrenti anche nello standard Micro Quatro Terzi come Panasonic che offrono menuù largamente più intuitivi.

Olympus OM-D E-M10: Performance e qualità d’immagine

Dal punto di vista delle performance la Olympus OM-D E-M10 mostra la stessa identica qualità d’immagine della E-M5; la fotocamera è equipaggiata con lo stesso sensore CMOS Micro Quattro Terzi della E-M5 da 16 MP; però utilizza il nuovo processore di immagine TruePic VII della E-M1, laddove la E-M5 utilizza invece il modello precedente. Nel complesso e nell’utilizzo reale, possiamo dire di non aver trovato grandi differenze fra la qualità d’immagine dalle tre fotocamere Olympus; forse il vantaggio appare un po’ evidente a favore della E-M1 nel caso di ingrandimenti forzati e nella ricerca dei dettagli, ma in situazioni fotografiche standard la qualità d’immagine si equivale sotto tutti gli aspetti. La gamma dinamica è molto buona, con una profondità di colori di alto livello, soprattutto ad ISO basse, in grado di rivaleggiare ad armi pari non solo con altre fotocamere Micro Quattro Terzi, ma anche con fotocamere dotate di sensore APS-C, come ad esempio la Fujifilm X-M1, che si posiziona più o meno nella stessa fascia di prezzo. Le differenze con la X-M1 si accentuano invece in condizioni di scarsa luminosità, dove l’eccellenza del sensore X-trans di Fuji mostra sempre la sua superiorità.

I risultati della Olympus OM-D E-M10 sono comunque molto buoni, mostrando performance più che accettabili fino a 1600 – 3200 ISO a seconda della occasioni; da 6400 ISO in poi invece gli artefatti e il disturbo appaiono invece molto più marcati, restituendo risultati usabili solo se non si eccede con il crop, ma inferiori alle performance di sensori APS-C, capaci mantenere il dettaglio a sensibilità superiori. Si tratta in ogni caso di limitazioni intrinseche al formato, che probabilmente non verranno mai appianate viste le differenze strutturali che significa anche differenze fisiche, tra i sensori Micro Quattro Terzi e gli APS-C, ma in definitiva la Olympus OM-D E-M10 è al momento ai vertici della categoria. OLYMPUS DIGITAL CAMERA

ISO 200
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ISO 400
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ISO 800
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ISO 1600
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ISO 3200
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ISO 6400
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ISO 12800
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ISO 25600
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Una parola la merita lo stabilizzatore. Diversamente dalla E-M5 e della E-M1, la Olympus OM-D E-M10 integra uno stabilizzatore non a 5 ma a 3 assi, che dovrebbe garantire un guadagno non di 4 stop come quello della E-M5 o della E-M1 ma solo di 3.5 stop durante lo scatto. Probabilmente quest’altro “taglio” ha consentito di tenere il prezzo e le dimensioni della fotocamera più bassi; nei nostri test inoltre abbiamo testato l’efficacia dello stabilizzatore, ancora una volta con risultati sorprendenti, che ci hanno consentito di scattare immagini nitide con tempi di scatto impensabili per una fotocamera priva di stabilizzatore. Non ci è stato possibile confrontare le performance dei due stabilizzatori all’opera, ma di sicuro l’impressione è che la differenza fra i 3 e i 5 assi sia poco evidente per la maggior parte delle esigenze fotografiche ricorrenti. Siamo riusciti a scattare senza alcun effetto mosso, senza cavalletto, appoggi schiena al muro nè apnee nel respiro fino a 1/5 di secondo. In alcune occasioni abbiamo anche notato che con otturatore anche a mezzo secondo è possibile avere uno scatto largamente utilizzabile, specialmente se si fanno due scatti in sequenza. Il secondo apparità più fermo del primo.

Olympus OM-D E-M10 con Olympus M.ZUIKO Digital ED 14-42mm f3.5-5.6 EZ e il Olympus M.ZUIKO 17mm f/1.8

Con la nuova Olympus OM-D E-M10 abbiamo testato anche due diversi obiettivi: l’Olympus M.ZUIKO Digital ED 14-42mm f3.5-5.6 EZ e il Olympus M.ZUIKO 17mm f/1.8. Come detto, l’Olympus M.ZUIKO Digital ED 14-42mm f3.5-5.6 EZ è uno zoom motorizzato retrattile, che si distingue in particolare per le sue dimensioni ridotte; con la E-M10 forma un’accoppiata di indubbio valore, rendendo la fotocamera molto compatta e del tutto tascabile senza rinunciare alla possibilità di avere una lente che consente di modificare la composizione di una immagine e il suo taglio. Con un equivalente a 35mm di 28-84mm è in grado di coprire la maggior parte delle focali tradizionali; sebbene non eccella particolarmente in luminosità, è un obiettivo abbastanza nitido e privo di difetti, che lo rendono un buon obiettivo da acquistare in kit con la E-M10, in particolare per la sua compattezza, leggerezza e portabilità, sicuramente consigliato per chi ha deciso di acquistare questa fotocamera e non possiede altri obiettivi Micro Quattro Terzi. Sul fondo lo slot per scheda SD e batteria Di valore superiore invece l’Olympus M.ZUIKO 17mm f/1.8: che appartiene alla fascia premium degli obbiettivi Olympus. Offre una focale equivalente fissa pari al classico 35mm, con un’ottima luminosità, che consente performance di notevole spessore in condizioni di difficile illuminazione ambientale. Dal punto di vista della fattura l’obiettivo è in metallo ma molto leggero e relativamente compatto; sul barilotto è presente la ghiera per la messa a fuoco, molto fluida, e, spostando quest’ultima verso la base, si scopre una scala delle distanza del campo focale, molto utile per calcolare la messa a fuoco in maniera manuale, valutando iperfocali o tecniche di pre-focusing, ideali e molto comode per gli appassionati. Peccato che manchi invece la ghiera per selezionare l’apertura. Negli scatti che abbiamo attuato nei giorni scorsi, possiamo dire che impressiona per la nitidezza e il livello del dettaglio. A F/1.8, anche grazie al livello del sensore della E-M10 si possono avere eccellenti risultati. Forse solo un pochino soft alla massima apertura, ma è comunque sufficiente chiudere ad almeno a 2.8 per ottenere una nitidezza ottimale, che prosegue fino a f/11; successivamente si manifesta una certa rifrazione.

L’Olympus M.ZUIKO 17mm f/1.8 eccelle anche nellaa velocità dell’autofocus, velocissimo ad agganciare il soggetto e nella maggior parte delle occasioni preciso e capace di mettere a fuoco anche nelle situazioni più difficili e complesse, anche grazie all’eccelso sistema della Olympus OM-D E-M10.

Sicuramente si tratta di uno degli obiettivi più interessanti per il formato Micro Quattro Terzi, che trova nel popolare pancake 20mm f/1.7 di Panasonic il principale concorrente. La lente di Panasonic offre un luminosità e un nitidezza leggermente più elevate (sebbene di pochissimo) ed un angolo di campo un po’ più ridotto ed un prezzo meno elevato; l’Olympus M.ZUIKO 17mm f/1.8 dalla sua parte offre l’ottima scala delle distanze ed una velocità di messa a fuoco nettamente superiore rispetto al pancake di Panasonic.

Wi-Fi e tag GPS

La OM-D E-M10, come la M1, ha la connettività Wi-Fi. Il funzionamento passa attraverso un’applicazione iOS o Android; l’applicazione legge un codice QR che viene presentato sul display della fotocamera messa in modalità Wi-Fi e da quel momento potremo scorrere o scaricare le immagini. Si tratta di un sistema molto comodo, veloce e funzionale tanto quanto l’uso di un chip NFC di cui al Olympus non è dotata. Purtroppo non è possibile usare lo stesso sistema per scaricare le foto dentro ad un Mac o un PC. Potremo invece usare il cellulare come telecomando della E-M10, scegliendo una serie di opzioni di scatto, una cosa molto comoda e che limita la necessità di avere a disposizione un hardware specializzato. L’app controlla in maniera molto estesa le funzioni della macchina, consentendo lo scatto, la regolazione di apertura e diaframma e anche il controllo dello zoom. Possiamo anche vedere quel che la macchina “vede”, il che è perfetto per riprese di ambito naturalistico, ad esempio. L’applicazione è in grado di trasmettere alla E-M10 anche i tag GSP. Basta attivare la funzione sull’iPhone o sul cellulare Android, e le informazioni saranno collocate nei metadati dell’immagine. Pur interessante, il tagging è però una funzione da usare con moderazione: si deve infatti tenere costantemente acceso il WI-Fi, il che riduce sensibilmente la durata della batteria che già non è da primato. In più anche il telefono con la continua richiesta della posizione da parte della macchina fotografica ci è parso soffrire in fatto di durata della batteria.

Olympus OM-D E-M10: Conclusioni

La nuova Olympus OM-D E-M10 non fa che confermare tutte le qualità e caratteristiche che hanno reso popolari le precedenti E-M5 e E-M1, offrendo probabilmente le migliori performance in termini di rapporto qualità/prezzo. La fotocamera viene venduta ad un prezzo ufficiale di 760 euro con obiettivo kit 14-42mm; a listino la precedente E-M5 costa circa 1139 euro ma vista la sua più lunga presenza sul mercato, ormai è possibile trovarla online anche a prezzi più bassi, ma sempre superiori a quelli della E-M10. Questo potrebbe far pensare che la E-M5 sia superiore alla nuova E-M10, ma in realtà è difficile trovare un aspetto chiave intorno al quale costruire un discorso di superiorità della più anziana concorrente rispetto alla E-M10

Come detto la Olympus OM-D E-M10 è inferiore alla E-M5 solo nella mancanza di tropicalizzazione; questa caratteristica però può apparire interessante solo per chi prevede un utilizzo in condizioni non standard e può quindi fare la differenza solo per un ristretto numero di persone. Lo stabilizzatore a 3 assi in luogo di quello a 5 assi non ci è sembrato sensibilmente inferiore nell’utilizzo quotidiano e a meno che non si abbiano esigenze assolute di stabilità. Alcune prove che abbiamo eseguito dimostrano che se la E-M5 è in grado di scattare senza mosso fino ad un secondo di apertura, la E-M10 può arrivare senza grossi problemi anche a mezzo secondo, una velocità molto interessante se si considera la capacità di scattare con disturbo del tutto accettabile a ISO mediamente elevati. Per il resto la Olympus OM-D E-M10 mostra solo vantaggi rispetto alla E-M5: è più compatta, ha una migliore ergonomia e disposizione dei comandi, tasti con scatto più preciso e meno “gommoso”, processore di immagine più recente, connessione wi-fi e flash pop-up integrato. Il tutto ad un costo tangibilmente inferiore. Di conseguenza consigliamo l’acquisto di una Olympus OM-D E-M5 solo nel caso in cui la tropicalizzazione sia fondamentale; in tutti gli altri casi la scelta della Olympus OM-D E-M10 ci appare molto più razionale.

Rispetto alla concorrenza la fotocamere come sempre mostra tutti i pregi e i difetti del formato Micro Quattro Terzi. Permette di realizzare macchine molto piccole, ha un eccellente rapporto tra qualità e prezzi, un ampio parco lenti; la OM-D E-M10 ci mette di suo un autofocus rapidissimo ed efficace, ed un eccelso stabilizzatore e una logica di scatto che anche in condizioni non semplici interviene con precisione, adattandosi ad ogni situazione di scatto e ad ogni tipologia di fotografo, dai più esigenti e meno avvezzi. Il gap fra il formato Micro Quattro Terzi e il più diffuso APS-C è sempre presente, soprattutto nelle performance ISO, con risultati inferiori a quelli di fotocamere anche meno costose, come la sempre eccellente Fujifilm X-M1; ma solo i fotografi più esigenti potranno però notare le differenze. Un fotoamatore, specialmente quelli che passeranno da una compatta ad un prodotto più sofisticato, sperimentando lenti e funzioni creative, troveranno la OM-D E-M1 un prodotto di assoluta qualità e se in futuro vorranno aggiungere delle lenti, con Olympus attingeranno ad un parco molto vasto, molto più vaso di quello offerto dalle digicamere Fujifilm, e ad un prezzo decisamente inferiore senza rinunciare in qualità. In definitiva, se siete alla ricerca di una fotocamera che sappia offrire una qualità eccellente, innovazione tecnologica, praticità ad un prezzo tutto sommato accessibile, la Olympus OM-D E-M10 è certamente la scelta giusta.

La Olympus OM-D E-M10 è in vendita sullo store Olympus in kit con lo zoom M.ZUIKO DIGITAL 14-42mm 1:3.5-5.6 EZ a 759 euro. La versione con l’obbiettivo provato nella nostra recensione con M.ZUIKO DIGITAL 14-42mm 1:3.5-5.6 EZ costa 860 euro. L’obbiettivo M.ZUIKO DIGITAL 17mm 1:1.8 costa 535 euro. La macchina si può trovare anche su Amazon, così come l’obbiettivo

Pro

  • Corpo più compatto e portabile
  • Ergonomia e controlli migliorati rispetto alla Olympus OM-D E-M5
  • Pop Up Flash incluso
  • Connettività Wi-Fi
  • Ottimo stabilizzatore nel corpo macchina a 3 assi
  • Buone performance ISO
  • Autofocus affidabile e veloce
  • Nuovo processore di immagine Olympus OM-D E-M10
  • Prezzo competitivo nel rapporto qualità prezzo

Contro

  • Corpo non tropicalizzato
  • Stabilizzatore solo a 3 assi e non a 5 assi
  • Performance ISO non a livello di altre fotocamere concorrenti APS-C
  • Presente sempre il confuso e convoluto menù Olympus

 

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