Chi scrive ha il dovere professionale di vedere e provare mezzi e soluzioni, per informare i lettori di quel che succede e che succederà . Niente violazioni di legge, per carità : si tratta di un umile dovere di cronaca. E qualche volta ci si rende conto, però, che il lavoro ci ha portato un passo nel futuro, rispetto a chi ci legge. Vale la pena fermarsi un attimo e riflettere, perché è anche questa una notizia.
Iniziamo dal principio: una volta, ma veramente tanto tempo fa, si accendeva la televisione e si guardava un film. La sera alle venti e trenta, oppure la domenica pomeriggio. Era quasi una lotta frontale contro il cinema, se ci pensate: palinsesti pensati per vendere agli inserzionisti pubblicitari il fior fiore del pubblico delle sale, con il non piccolo vantaggio di poter portare i film di qualità e di successo anche là dove la sala cinematografica magari non c’era.
Poi, sotto il televisore è spuntato un apparecchio nero e bitorzoluto, con un display nel quale lampeggiava perenne un quartetto di zeri: 00.00. Era il videoregistratore, dove alternativamente si poteva “fissare” il programma televisivo preferito oppure visionare quello registrato da un amico (oppure comperare la cassetta, nel caso fosse disponibile in Vhs quel che si desiderava). C’è voluto un po’, ma negli anni Novanta è esploso un fenomeno tutto italiano che il marketing chiama “collater”: i giornali hanno iniziato a vendere film in videocassetta a prezzi stracciati (la prima fu l’Unità con una serie deliziosa di film di qualità , voluta dall’allora direttore Walter Veltroni, che è notoriamente appassionato di cinema), rendendo ancor più ampia la possibilità di usare il videoregistratore.
A quell’epoca, con i Mac ti potevi vedere a malapena un filmato Quicktime di ottima qualità ma in una finestrella: la tecnologia c’era, ma gli hard disk erano troppo piccoli. E sui Cd-rom arrivavano anche i primi tentativi di trasferire qualche contenuto multimediale di pregio, nonostante il desiderio fosse quello di vedere buoni film e buona televisione.
La svolta? Poteva essere il Dvd, ma ci ha pensato un apparecchio particolare, la Playstation 2, a “rubare” la scena ai computer. Sotto il televisore, accanto al vcr, era il modo più economico per giocare e vedere film. L’alternativa, è stato il lettore Dvd, oppure qualche visionario portatile con l’uscita video e il lettore Dvd. Chi scrive non ha mai avuto una PS2, ma già dal 2001 attaccava il suo iBook 500 alla tivù e si godeva il film in un formato migliore dei brillanti ma limitati 12 pollici del Mac.
E poi? Poi un giorno sono cominciate le Adsl, le Fastweb, i PeerToPeer e soprattutto gli hard disk si sono ingigantiti, i masterizzatori Dvd comuni, i computer sono diventati potenti, “acchiappare” i contenuti di un Dvd o “strappare” un pezzo di televisione in diretta è diventato di nuovo una cosa da elettronica sofisticata. Prima in pochi e poi, lentamente, sempre di più, la televisione e il cinema lo abbiamo cominciato di nuovo ad archiviare nel Mac e non più in pile e pile di videocassette con le etichette scritte a penna.
Sembrava tutto tranquillo, tutto sotto controllo: magari qualche sospiro pensando a TiVo e i suoi fratelli che negli Usa permettevano di collegare direttamente al televisore una macchina Linux con programmi aggiornati via Internet e creare il sogno di un videoregistratore digitale. Ma niente di grave: san BitTorrent (per indicare solo l’ultimo di una lunga schiera) aveva cominciato a distribuire contenuti più “importanti” che non i semplici Mp3 e quindi si poteva andare avanti così, senza problemi.
In dieci anni i modi con i quali si guardava un film (e poi sempre di più un telefilm) sono cambiati in maniera radicale, ma il piacere è rimasto sempre lo stesso. Un buon film, sul divano, sul grande schermo catodico, piatto, plasma, Lcd. Insomma, un buon film.
Eccoci al futuro: chi scrive ha deciso da quando ha aperto il piccolo negozietto dei telefilm di Apple (stiamo parlando di ottobre, mica di un secolo fa!) di sperimentare la vita che si può fare dall’altra parte dell’Oceano. Armato degli strumenti appropriati, cioè un account sull’iTMS statunitense, si dà un’occhiata alla televisione proposta: Lost, Desperate Housewives, Battlestar Galactica, tanto per citarne tre che – in parte con la tivù via satellite o quella in chiaro e in parte con il peer2peer – si seguivano anche prima, sono diventati un’abitudine “normale”. Un widget per esempio dedicato a Battlestar che segnala quanto manca al prossimo episodio (ma ci sono anche gli iCal con gli appuntamenti segnati per ricordarsi i momenti della messa in onda), e invece che correre come matti su e giù per la frastagliata e mutevole geografia del P2P, che sotto i colpi della scure legale viene spesso modificata in modo netto con tagli e potature, basta cliccare, spendere 1,99 centesimi e il telefilm in cinque minuti (grazie a Fastweb in fibra) come per magia compare dentro iTunes.
Per rendere l’esperienza ancor più interessante, una versione “in prova” di Front Row 1.1 permette pure di vederseli dal portatile direttamente sul televisore utilizzando un telecomando un po’ ingegnoso (cioè il telefonino in modalità Bluetooth) ma assolutamente funzionale. Così qualche milione di consumatori negli Usa, così qui il vostro cronista, cercando di ottimizzare anche il proprio inglese per seguire in lingua originale i dialoghi più serrati e difficili. La mancanza dei sottotitoli si sente, ma con un po’ di esercizio e costanza ci si fa lo stesso.
Quando le voci si rincorrono e arriva all’orecchio l’idea che il prossimo passo saranno i buoni vecchi film a fare la loro comparsa su iTMS, niente appare più naturale. E’ ovvio che succederà , ci sono solo da risolvere i problemi legali, ma la tecnologia è tutta lì, già perfettamente funzionante. Quel che manca, magari, è una rinfrescata ad iTunes perché già adesso con sessanta telefilm diventa alle volte un po’ difficile trovare quel che si vuole. Ma vi garantisco, niente è più ovvio e scontato. E più rivoluzionario.
Il punto è che funziona, è semplice e la qualità è di tutto rilievo. Con l’iPod video, nelle trasferte in treno e in aereo, la visione è limitata ma piacevole: il vantaggio è che il PowerBook rimane tranquillo nella borsa, parcheggiata nel portapacchi sopra il sedile. Si potrebbero volere un po’ di pollici in più, ma funziona in modo semplice e grandioso.
Certo, dopo un po’ l’hard disk diventa saturo, bisogna salvare da un’altra parte, ma anche le videocassette, a lungo andare, riempivano fino a straboccare un mobiletto e un paio di scaffali. Certo, sul televisore “normale” si vede bene, ma su un Lcd ad alta definizione non ci siamo proprio: il formato di iTMS è pensato per tutt’altro.
Ma anche a quello si arriverà . La cosa impressionante è proprio questa: da noi si arrabattano le varie RossoAlice e i negozietti dei cloni, quelli che fanno finta di fare la stessa cosa (siamo in un libero mercato e meno male: che ci si provi!) anche se poi la fregatura nel seguirli è che non fanno la stessa cosa.
Ma il dato dell’esperienza che più colpisce è che parlando con gli amici, guardando quel che fanno loro (e di amici appassionati di computer che hanno video di tutti le razze ce ne sono ormai a bizzeffe, segno che forse la massa critica è stata raggiunta e abbondantemente superata), una cosa si nota: vivete nella preistoria.
Scaricate l’equivalente di Mp3 mozzi e di scarsa qualità , film pressoché inguardabili, mezze fregature che vi costringono a tenere per ore impegnato il computer, alle volte nottate intere, per risultati che poi non valgono la candela: audio demenziali, immagini rovinate, produzioni da poveracci. Qui si clicca, si paga (poco) e si gode la qualità e l’esperienza di un meccanismo che funziona e già c’è.
Chissà quando arriveranno gli iTMS video per l’Europa e il resto del mondo. Chissà quando arriveranno i film per tutti. Chissà quando Front Row sarà completo e disponibile su tutti i Mac, e il telecomando di Apple – quell’aggeggino bianco e sexy – sarà disponibile universalmente. Già , chissà . Qui si vive già un po’ nel futuro, mentre ancora c’è chi non ha neanche il lettore Dvd. Io ieri sera ho guardato un telefilm, trasmesso qualche ora prima in diretta e prima visione da costa a costa negli Usa.
Senza sbattimenti e senza guardare fuori dalla finestra che la macchina della Finanza non si stesse fermando sotto casa mia. Voi, chissà quando lo farete…