Apple potrà aiutare Obama ad essere di nuovo presidente degli Stati Uniti? Non stiamo parlando del supporto economico che tutte le principali aziende, spesso in maniera assolutamente bipartisan, distribuiscono tra i candidati, ma delle potenziali ricadute che la storia di successo costruita dall’azienda di Cupertino in questi anni potrebbe avere sull’attuale inquilino della Casa Bianca se, come pare, lo stesso presidente e il suo staff continueranno sulla strada intrapresa in questi ultimi tempi che li ha condotti ad introdurre nella vita quotidiana dell’amministrazione prodotti Apple. L’argomento è affrontato in un’interessante articolo di Politico.com, uno dei siti di analisi politica più letti al mondo.
Il servizio parte dalla constatazione del crescente utilizzo di prodotti della Mela da parte non solo del presidente stesso ma anche da parte dello staff del presidente. Obama è stato visto più volte portare con sé un iPad, per sua esplicita ammissione possiede e usa un iPod ed è apparso alcune volte pubblicamente anche nel corso di messaggi ufficiali con accanto un Mac anche se mascherato con qualche adesivo che rendeva non troppo riconoscibile il prodotto in primo piano. Ultimamente è stato dato il via anche ad un progetto pilota per consentire ai dispositivi Apple di accedere ai servizi email della Casa Bianca, operazione non certo immediata visti i sistemi di protezione su cui conta che la rete del vertice assoluto del paese più potente al mondo. Il passo è di grande rilevanza visto che l’ufficio IT della casa bianca ha sempre rifiutato in precedenza di supportare iPad, iPhone e iPod touch per accedere alle email ufficiali e questo nonostante Rahm Emanuel, già capo dello staff della casa Bianca e ora sindaco di Chicago, David Axelrod, stratega della campagna elettorale di Obama e ora suo principale consigliere, Jason Furman, deputy director del National Economic Council, hanno usato iPad fin al loro ingresso nelle stanze dei bottoni.
Secondo gli esperti e alcuni “insiders” tutto questo interesse per Apple non è solo frutto di passioni tecnologiche personali o dell’età media degli addetti dello staff che anche per semplici ragioni anagrafiche sono più vicini al mondo Mac e iOS che a quello di Windows, Dell o HP. Dietro all’abbraccio tra Obama e Apple ci sarebbero anche altre ragioni, quelle di immagine in particolare. Apple è un simbolo vincente dell’economia americana, l’azienda di maggiori successo degli ultimi anni a Wall Street, una delle realtà a maggior fatturato e a maggior profitto e una delle pochissime aziende che nel corso degli anni neri del mondo del lavoro degli USA (aperti dalla grande crisi di Lehman Brothers) ha moltiplicato notevolmente i suoi dipendenti: 12mila in più dal settembre 2009 al settembre 2010. Insomma: Apple è una storia di successo, un simbolo di innovazione, un marchio che rappresenta gli USA e un sistema che produce profitti e lavoro e la speranza dello staff di Obama è quello di beneficiare di questa immagine.
Obama ed Apple erano già stati accostati nel corso della campagna elettorale e addirittura durante le primarie (un filmato YouTube, remake di 1984, mostrava Hilary Clinton come IBM con una pletora di lemmings che venivano risvegliati dalla candidatura di Obama), ma l’operazione in corso in questo momento sarebbe di portata superiore: «Siamo al di là di quello che è stato fatto durante la campagna elettorale – dice Micah Sifry, che ha cofondato il Personal Democracy Forum, un’organizzazione che analizza la tecnologia e la politica – ; vogliono far percepire l’amministrazione come qualche cosa di “cool” e al passo con i tempi» . «Se c’è un modo perché Obama sia rieletto è il recupero dei posti di lavoro e il principale tema che puà cavalcare è quello dell’innovazione – dice Scott Galloway, un docente di marketing che insegna strategia dei marchi alla New York University – e Apple è sinonimo di innovazione. Il simbolismo è davvero potente e gli accessori che usa il presidente rafforzano l’immagine. Mandano un messaggio diffuso e comprensibile senza nessuno sforzo particolare».
La forza del marchio Apple è colta chiaramente anche dagli avversari repubblicani di Obama che hanno sottolineato la capacità di Cupertino di creare posti di lavoro anche se invocano la necessità che la scritta “Made in America” «torni a significare qualche cosa» e invitano, probabilmente con scarse prospettive di successo, la Mela (e i suoi concorrenti) a riportare negli USA le catene di montaggio dei loro dispositivi. Lo stesso Presidente, come dice Politico.com recentemente ha espresso l’auspicio che «iPad e iPod possano essere costruiti negli USA perché porterebbero molti posti di lavoro per la gente».
Grazie della segnalazione a Marco Brandolin