L’acquisizione di ARM da parte di Nvidia è stata annunciata a settembre del 2020 e dovrebbe concludersi entro marzo del 2022, ma per la prima volta il CEO di Nvidia Jensen Huang ammette che l’operazione potrebbe richiedere più dei 18 mesi preventivati inizialmente.
Il dirigente offre un aggiornamento sulla situazione esibendo fiducia sull’esito positivo, ottimismo che però risulta molto difficile se non impossibile condividere osservando il quadro generale. «Le nostre discussioni con le autorità di regolamentazione stanno richiedendo più tempo di quanto inizialmente pensato, quindi stiamo spostando i tempi» ha detto Huang al Financial Times. «Non è un ritardo particolare – aggiunge – Ma siamo fiduciosi nell’accordo, siamo fiduciosi che i regolatori dovrebbero riconoscere i vantaggi dell’acquisizione».
In realtà al momento le autorità, e non solo, in almeno tre continenti diversi sembrano pensarla diametralmente all’opposto di quanto indicato dalla dichiarazioni di Nvidia. Le prime voci di protesta sono arrivate da un cofondatore di ARM che paventa la «Creazione di un monopolio americano», ma poi anche Google, Microsoft e Qualcomm hanno espresso preoccupazioni su possibili limitazioni della concorrenza, allarme accolto dalla FTC che ha aperto una indagine.
Già in aprile in Regno Unito si è parlato dell’acquisizione come di una questione di sicurezza nazionale, oltre che di un duro colpo per l’industria tecnologica del Paese. Ancora in Cina, ormai da anni in contrasto con gli USA soprattutto sul fronte hi-tech, il predominio statunitense nei processori è visto come un fondamentale campo di battaglia globale. I regolatori in Cina hanno già bloccato l’acquisto della olandese NXP Semincoductors da parte di Qualcomm: difficile prevedere un esito positivo per il caso Nvidia e ARM.
Se Nvidia non dovesse riuscire a completare l’acquisizione di ARM entro 18 mesi, quindi massimo entro la fine del 2022, Qualcomm è già interessata a intervenire. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di ARM sono disponibili qui.