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Nuovi Mac e CPU con architettura ARM: si partirà dal MacBook?

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Fudge, il leaker dell’account @choco_bit su Twitter che in passato ha azzeccato alcune novità in seguito presentate da Apple, riferisce su reddit ulteriori sviluppi in merito alla futura presentazione di Mac con processori che sfrutteranno l’architettura ARM.

Secondo il leaker, le mosse di Apple sono l’insieme di quattro fasi iniziate intorno al 2015 e la cui fine è prevista per il 2023-2025. Tra le mosse che avrebbero permesso ad Apple di arrivare ai Mac con nuovi processori, c’è l’integrazione del chip T1 prima del chip T2 dopo nei MacBook (contoller sfruttati anche per importanti funzionalità dal punto di vista della sicurezza); seguirà il rilascio dei MacBook con processori con architettura ARM e poi la completa transizione verso tale architettura.

Non solo Fudge riferisce di un ritorno del MacBook ma a suo dire Apple proporrà di nuovo la tastiera con meccanismo a farfalla. Apple starebbe sviluppando CPU basati sul SoC A14x con 8-12 core da usare come processori destinati principalmente al Mac. Il ritorno della tastiera con meccanismo a farfalla avrebbe senso per via dello spessore e leggerezza del nuovo dispositivo, elementi che, insieme al processore A14x renderebbero la macchina molto potente, estremamente portatile, e consentirà di avere “un assaggio” di quello che arriverà in futuro.

Il presunto nuovo MacBook da 12″ dovrebbe essere dal punto di vista del design simile al vecchio modello non più in produzione; si ipotizza la presenza di elementi come connessioni 5G (indiscrezione circolata in precedenza come di una funzionalità generica prevista per nuovi portatili). L’uso di processori con architettura ARM offrirebbe vari vantaggi: sganciarsi dalle inaffidabili tabelle di marcia di Intel, integrare funzionalità su chip che Intel non può offrire, creare macchine con ridotto consumo energetico e migliore gestione delle batterie.

Nella transizione verso Intel non mancheranno difficoltà e perplessità. Non ci saranno probabilmente problemi per le app scaricabili dal Mac App Store; diverso il discorso per altri software per i quali quali toccherà agli sviluppatori creare versioni “Fat” con supporto alla doppia architettura (alla stregua delle vecchie applicazioni che era possibile eseguire sia sui Mac con CPU PowerPC, sia sui Mac con CPU Intel).

Apple potrebbe permettere di sfruttare direttamente applicazioni per processori Intel con sistemi di emulazione tipo Rosetta ma i risultati di chi ha già provato questa strada (Microsoft) non sono stati ottimali (vi sono vari limiti in termini di performance ma ad esempio anche l’impossibilità di avviare applicazioni a 64 bit). Agli sviluppatori di app “notarizzate” Apple potrebbe offrire funzionalità di compilazione server-side (in grado di trasformare il codice x86 in equivalente codice ARM‌) giacché a Cupertino non mancano esperti nell’infrastruttura LLVM per l’ottimizzazione di programmi in fase di compilazione, di linking, di esecuzione e di non utilizzo.

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Per quanto riguarda Boot Camp, l’utility che consente di installare Windows in una partizione del disco interno dei Mac dotati di processori Intel, Apple probabilmente per il momento non consentirà di eseguire il sistema Microsoft da una partizione. Toccherà a terze parti proporre soluzioni (Parallels, Vmware o altri) ma non è da escludere una collaborazione di Cupertino con Microsoft per consentire di avere Windows 10 sui Mac con architettura ARM (esiste già Windows 10 per processori ARM e non è dunque da escludere una simile ipotesi).

Ora non resta che attendere la WWDC 2020 (dal 22 al 26 giugno) per l’annuncio ufficiali e altri dettagli sul futuro di iOS, iPadOS, macOS, tvOS e watchOS,

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