Le autorità sudcoreane hanno chiesto un nuovo arresto dell’erede dell’impero Samsung e vice Presidente di Samsung Electronics, Lee Jae Yong. I nuovi problemi arrivano a due anni di distanza dalla condanna a cinque anni di reclusione, ribaltata però con la sentenza di appello che aveva portato alla scarcerazione del dirigente.
Stando a quanto riferisce BusinessKorea, Lee Jae-yong è indagato nel quadro dell’inchiesta della controversa fusione Samsung C&T e Cheil Industries, avvenuta nel 2015. Un tribunale distrettuale di Seul ha fissato l’udienza per decidere sul mandato d’arresto per lunedì prossimo.
Un mandato d’arresto è stato chiesto nei confronti anche altri due dirigenti, Choi Gee Sung e Kim Jong Joong. I due sono accusati di aver favorito la strada a Lee Jae Yon alla successione al padre aumentando in modo inverosimile il valore di Cheil Industries, di cui Lee era azionista principale, abbassando il valore di Samsung C&T prima del merging nel 2015. I tre manager avrebbero manipolato ad arte i bilanci di una sussidiaria di Cheil Industries, Samsung Biologics, innalzando ad arte i prezzi per l’equivalente di 3,7 miliardi di dollari.
Jay Y. Lee (51 anni) è, di fatto, a capo del conglomerato Samsung che si occupa delle varie attività del gruppo, essendo l’unico figlio del presidente Lee Kun-hee: quest’ultimo aveva lasciato Samsung nel 2008 anche lui dopo uno scandalo in merito alla gestione di fondi illeciti. Era tornato alla guida del gruppo due anni dopo ma un attacco di cuore e condizioni di salute non stabili lo avevano costretto a lasciare buona parte dell’azienda al figlio Lee.