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Nuovi dettagli su Tony Blevins, dirigente Apple licenziato per una battuta su TikTok

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A settembre di quest’anno, il vicepresidente responsabile degli approvvigionamenti in Apple, Tony Blevins è stato licenziato per avere fatto semplicemente una battuta in un video di un Tiktoker.

Il Wall Street Journal ha parlato con l’ex dipendente della Casa di Cupertino, fornendo nuovi dettagli sulle motivazioni del licenziamento. “Mi hanno umiliato e hanno danneggiato la mia reputazione”, si lamenta Blevins.

Mentre si recava ad un incontro di appassionati di auto di lusso a Pebble Beach (sulla costa del pacifico nella Contea di Monterey, in California), Blevins è stato intercettato dal TikToker Daniel Mac; quest’ultimo ha chiesto cosa facesse per vivere e Blevins ha risposto: “Ho auto da ricchi, gioco a golf e palpeggio ragazze ben dotate» (nostra libera traduzione senza volgarità, ndr), «ma sono libero nei fine settimana e nelle principali festività». La risposta riecheggia in realtà una battuta che si sente in “Arturo” film del 1981 con Liza Minelli: “Cosa fai per vivere? Corro in macchina, gioco a tennis, vado con le donne. Però ho i weekend liberi e non ho padroni”.

La battuta in questione non è piaciuta a Cupertino, ha spiegato di essere stato contattato da un portavoce di Apple che chiedeva la rimozione immediata del filmato perché, a quanto pare, erano giunte varie lamentele. Blevins riferisce che ha cercato per tutto il tempo di mettersi in contatto con il tiktoker ma senza riuscirsi. Apple ha chiesto al manager di lasciare l’azienda, cosa che ha rifiutato e in seguito è stato licenziato.

Il vicepresidente responsabile degli approvvigionamenti non era un dirigente qualunque ma un manager di alto livello con 20 anni di esperienza, incaricato di ottenere dai fornitori prezzi migliori ed elaborare strategie che consentono di ottenere accordi favorevoli, un compito che svolgeva così bene al punto che il suo soprannome in azienda era “Blevinator” (un gioco di parole tra il suo cognome e Terminator).

Blevins è stato, ad esempio, un elemento-chiave nell’invogliare i fornitori Apple a non pagare le royalty a Qualcomm nella fase di controversia tra Cupertino e il produttore di chip-modem. Era in grado di negoziare con grossisti, imporre particolari costruttivi e tenere a bada fornitori nell’ambito dei semiconduttori. Le sue capacità di negoziane erano così apprezzate in Apple al punto che Tim Cook lo aveva scelto per le trattative legate alla costruzione di Apple Park. Per ottenere le offerte per il vetro curvo usato nella struttura, Blevins ha invitato alcuni costruttori a Hong Kong, li ha fatti accomodare in differenti sale riunioni passando da una stanza all’altra fino ad ottenere il prezzo più basso, facendo risparmiare ad Apple milioni di dollari. Un altro aneddoto racconta l’insoddisfazione dei termini di un contratto con UPS, rispedito al mittente…. tramite FedEx.

Quando necessario, era pronto a mollare fornitori di qualunque tipo. È successo ad esempio o con STMicroelectronics che nel 2013 rifiutava di abbassare il prezzo dei sensori-giroscopi, portando Apple a scegliere un diverso fornitore, e facendo perdere all’azienda italo-francese quasi 150 milioni di dollari.

Chi è Tony Blevins, il vice presidente Apple responsabile degli appalti con i fornitori
Tony Blevins – Foto: North Carolina State University

Blevins era irremovibile nel far rispettare accordi di non divulgazione, il cui mancato rispetto poteva portare a sanzioni pecuniarie. Nel 2017 Japan Display aveva rivelato di avere ricevuto ordini per schermi a cristalli liquidi e il Wall Stret Journal confermò successivamente che Apple era uno dei produttori di smartphone interessato agli LCD, indiscrezione che creò non pochi problemi al fornitore giapponese. «Mr. Blevins chiamò un alto dirigente di Japan Display accusandolo di violazione degli accordi di riservatezza con Apple», è stato riferito al Wall Street Journal, chiedendo «Sei stupido?».

Apple aveva chiesto a Japan Display il pagamento di 5 milioni di dollari per avere violato gli accordi di non divulgazione. L’azienda giapponese non pagò ma si arrivò ad un accordo promettendo di presentare in anticipo i materiali per le conferenze stampa a Apple permettendo a quest’ultima di esaminarli prima delle presentazioni.

In passato Blevins aveva indicato al Wall Street Journal di essere semplicemente “un fedele uomo dell’azienda”. All’interno di Apple la sua partenza ha provocato diverse reazioni, divise tra chi pensa sia stata un’esagerazione, a chi invece pensa sia stato necessario, spiegando che il collega aveva la battuta facile, ma non avevano mai sentito a parole sessiste o inappropriate. Altri hanno replicato che il licenziamento era necessario nei confronti dei valori dell’azienda.

Chris Deaver, un ex alto funzionario delle risorse umane a Cupertino, ha spiegato al WSJ che l’azienda prende molto sul serio questo argomento, soprattutto quando si tratta di manager o dirigenti. “I leader devono incarnare i principi di Apple”.

“22 anni si sono dissolti in 25 secondi”, ha spiegato Tony Blevins al quotidiano economico. “Mi ha scioccato completamente. Tutta la mia vita è stata in Apple. Ho cercato di essere la persona più leale possibile”. L’ex dirigete di Cuipertino si scusa di nuovo per le persone per le persone che ritengono di essere state offese dalla sua battuta ma considera il suo licenziamento un errore.

La partenza di un uomo con le qualità di trattative di Blevins è arrivata in un momento delicato per Apple. Dopo il suo licenziamento, il dirigente non è stato sostituito e il suo team è stato riorganizzato all’interno dell’unità operativa di Apple. Questi cambiamenti arrivano in fase complicata, con tensioni nella principale fabbrica iPhone in Cina dove, lo ricordiamo, sono scoppiate rivolte con conseguente riduzione delle capacità di produzione.

Blevins era uno dei circa 30 dirigenti a lavorare direttamente con il CEO Tim Cook e con Jeff Williams, il grande capo delle operazioni; è quest’ultimo a supervisionare la squadra finora guidata da Tony Blevins.

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