Apple ha già pianificato di creare migliaia di nuovi posti di lavoro per i nuovi campus apple di Austin (Texas), San Diego (California), Seattle (Washington) e Culver City (California) e ha definito una tabella di marcia che porterà a una trasformazione dell’azienda come la conosciamo oggi (a tanti nota solo per iPhone) verso un futuro che punta su servizi e nuovi dispositivi.
A riferirlo è il Wall Street Journal spiegando che gli annunciati piani di espansione riflettono i diversi aspetti del modello in evoluzione di Apple. Culver City offrirà ad Apple una casa-base a Hollywood per spingere i servizi dedicati alla programmazione video; Seattle è l’hub per il machine-learning dove sviluppare e affinare gli algoritmi che consentono di personalizzare le playlist della musica in streaming, migliorare Siri e molto altro ancora; San Diego e Austin sono luoghi dove gli ingegneri che lavorano nel campo semiconduttori possono portare avanti i progetti di chip-personalizzati e specializzati che saranno sempre più presenti nei futuri iPhone, iPad e Mac.
Lo slogan “Designed in Cupertino” è stato finora il sacro-fuoco di Apple ma ora IA (intelligenza artificiale) e servizi saranno realizzati fuori da Cupertino afferma Gene Munster, managing partner di Loup Ventures, società di investimenti e ricerca. Secondo l’analista che da anni monitora il business di Apple si tratta di «Un cambiamento che aggiungerà un ulteriore livello di complessità alla cultura aziendale».
Il cofondatore di Apple, Steve Jobs, voleva più dipendenti possibili vicino al quartier generale per sveltire il processo decisionale e rafforzare la cultura aziendale. Da qui nacque l’idea del nuovo campus Apple da 5 miliardi di dollari e 13 ettari, convinto che la presenza dello staff sotto un unico grande tetto, poteva facilitare lo scambio di idee. La forza lavoro di Apple è passata da 16.000 persone prima del debutto dell’iPhone ai 132.000 dipendenti attuali.
Carolina Milanesi, technology analyst di Creative Strategies, spiega che già ora le sedi Apple di Londra e Pechino sembrano quartier generali; lo stesso accadrà con gli uffici di San Diego e Seattle, scelte in virtù di aspetti culturali peculiari di questi luoghi.
Culver City, come accennato, è stata scelta per essere la base operativa delle attività legate alla produzione di film e serie TV. A gennaio di quest’anno Apple ha affittato una struttura da 12.000 metri quadrati con uffici e spazi commerciali nella zona di Los Angeles dove hanno sede anche Sony Pictures Entertainment con i suoi Culver Studios, un complesso di studi cinematografici e teatri di posa.
La sede di Seattle si concentrerà sull’apprendimento automatico, il machine learning che in zona vede impegnate anche Amazon e Microsoft che, insieme all’Università di Washington e all’Allen Institute for Artificial Intelligence, stanno spingendo sempre più avanti il settore. Apple nel 2016 ha acquisto Turi, una startup guidata da un professore dell’Università di Washington e da qui gestisce le attività legate a tali funzionalità.
Per quanto riguarda gli impegni nel settore semiconduttori, Apple sviluppa il chip quali il W1 per la gestione per l’audio wireless degli apprezzatissimi auricolari AirPods, ma anche i processori grafici di iPhone e iPad o quelli legati alla tecnologia Face ID (solo per citarne alcuni).
L’area di San Diego e la California del Sud in generale sono stati il raccordo che ha permesso ad aziende quali Qualcomm e Broadcom di prosperare. Apple può ingraziarsi a suon di dollari ingegneri di talento provenienti da queste aziende e spingersi in nuovi settori, sviluppando in proprio ad esempio i chip modem dei futuri iPhone. «Se vuoi sviluppare questo tipo di chip» spiega Robert Maire, presidente di Semiconductor Advisors che si occupa di consulenza nel settore «questo è il luogo dove bisogna trovarsi».