Le novità di Apple per gli sviluppatori che vendono app sull’App Store, con l’offerta di un alterativo meccanismo in abbonamento che prevede una ripartizione 85/15 (85% allo sviluppatore, 15% ad Apple), non consentono ancora di ottenere “flessibilità nei prezzi”. È quanto ha dichiarato Jonathan Prince, dirigente di Spotify a capo del settore comunicazioni e responsabile delle politiche globali dell’azienda che offre servizi di musica in streaming. Secondo il dirigente, il nuovo meccanismo ideato da Apple impedisce la vendita condizionata (l’abbinamento di più offerte) e sconti, come previsto in altri sistemi.
“Se Apple non cambia le regole, la flessibilità nei prezzi sarà ancora vietata” dice Prince, spiegando ancora che “è per questo che non siamo mai riusciti a proporre offerte speciali o sconti”. Spotify fa pagare gli abbonamenti Premium da iOS 12,99 euro anziché i 9,99 euro richiesti a chi si abbona direttamente sul sito, per via dei costi di intermediazione di Apple. Spotify consiglia esplicitamente sul proprio sito web di pagare il servizio passando per il sito Spotify.com in modo da escludere “costosi intermediari” che altri non sarebbe Apple, appunto.
Il nuovo sistema di pagamento previsto da Apple è ad ogni modo flessibile e offre agli sviluppatori varie possibilità, regolando i costi secondo vari parametri. A Spotify non va giù il fatto che Apple sia ancora al centro nel rapporto tra clienti e sviluppatori di app, “con gli sviluppatori che non possono avere visibilità degli utenti che abbandonano o quali siano gli abbonati a lungo termine”.
Apple non ha risposto alle lamentele di sviluppatori che chiedevano meccanismi per proporre app aggiornate a prezzo inferiore e la possibilità di distribuire versioni trial. Altre novità potrebbero ad ogni modo essere annunciate nel corso della 27a Worldwide Developers Conference (WWDC) che si svolgerà dal 13 al 17 giugno a San Francisco.