Aggiungere core a un processore non è necessariamente l’unico modo che consente di aumentare le performance. Ricercatori della North Carolina State University hanno sviluppato una tecnica di prefetching per i processori che potrebbe consentire un incremento in termini di performance fino al 40%. Dati non memorizzati nelle cache della CPU devono essere prelevati dalla memoria e l’aggiunta di più core crea ritardi nell’accesso veloce alla memoria RAM. Per eliminare questi colli di bottiglia, le moderne CPU sfruttano tecniche dette di prefetching in grado di prevedere in anticipo le informazioni da catturare dalla RAM; se la tecnica sfruttata fallisce e preleva dati errati, lo stratagemma anziché velocizzare, rallenta il sistema. I ricercatori hanno aggirato il problema con un miglior algoritmo di prefetching in grado di auto-disattivarsi o rallentare quando questo diminuisce in modo eccessivo la velocità della CPU. Secondo quanto affermato dagli studiosi, la tecnica consente in alcuni casi di migliorare le performance fino al 40% nei test con chip multi-core che non eseguono il prefetching e fino al 10% nei test con i chip-multi core che eseguono sempre il prefetching.
Un documento intitolato “Studying the Impact of Hardware Prefetching and Bandwidth Partitioning in Chip-Multiprocessors”, sarà dettagliatamente commentato il 9 giugno all’International Conference on Measurement and Modeling of Computer Systems (SIGMETRICS) di San Jose (California).
[A cura di Mauro Notarianni]