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Meta rischia 90.000 € di multa al giorno se non risolve problemi di privacy in Norvegia

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L’Autorità norvegese garante della protezione dei dati accusa Meta di violazione della privacy degli utenti perché traccia le attività online, e minaccia sanzioni pecuniarie fino a un milione di corone (circa 90.000 €) al giorno se Facebook, Instgram, ecc. non adotteranno misure correttive.

Facebook e Instagram possono mostrare alle persone annunci pubblicitari personalizzati, ma solo sulla base delle informazioni fornite dagli utenti nei loro profili e non tenendo conto di dati ottenuti con forme di tracciamento.

Meta si trova in una situazione complicata in Europa: il 4 luglio la Corte di giustizia UE ha stabilito che la società raccoglie illegalmente i dati delle persone al fine di personalizzare gli annunci pubblicitari senza però il loro esplicito consenso, tenendo esclusivamente conto del “legittimo interesse” dell’azienda.

Anche la Commissione irlandese per la protezione dei dati, sta esaminando il comportamento di Meta; a gennaio l’azienda è stata multata per 390 milioni di euro per violazione della privacy degli utenti europei.

WhatsApp, Facebook e Instagram valutano funzioni a pagamento

La Corte di giustizia dell’Unione Europea aveva stabilito a luglio che iscrivendosi a Facebook, i suoi utenti accettano le condizioni generali stabilite da Meta, ma che il trattamento di dati effettuato da quest’ultima sembra riguardare anche categorie particolari di dati che possono rivelare, tra l’altro, l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o l’orientamento sessuale ed il cui trattamento è, in linea di principio, vietato dal RGPD.

“Il solo fatto che un utente consulti siti Internet o applicazioni che possono rivelare informazioni di questo tipo non significa affatto che egli renda manifestamente pubblici i suoi dati”, ha riferito a luglio la Corte di Giustizia dell’Unione europea, “lo stesso vale quando un utente inserisce dati in tali siti o in siffatte applicazioni o ancora attiva pulsanti di selezione ivi integrati, salvo che egli abbia esplicitamente espresso preliminarmente la sua scelta di rendere i dati che lo riguardano pubblicamente accessibili a un numero illimitato di persone”.

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