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Nonostante Trump Apple sostiene inclusione e diversità in azienda

A gennaio il Consiglio di amministrazione di Apple ha inviato alcune direttive agli azionisti, incluso il rifiuto di accogliere il suggerimento di alcuni azionisti conservatori di chiudere i programmi DEI (Diversity, Equity, Inclusion), la sigla con la quale vengono chiamati i programmi aziendali o statali – che hanno lo scopo di creare una cultura e un ambiente che rispetti i diritti di tutti.

L’assemblea degli azionisti Apple si è tenuta il 25 febbraio 2025, e come previsto, tutto si è svolto senza sorprese: gli azionisti hanno seguito le raccomandazioni di Apple su tutti gli argomenti del giorno, dalle decisioni relative agli stipendi dei dirigenti, ad altre proposte sulle politiche aziendali.

Con il ritorno alla Casa Bianca di Trump, erano stati sollevati dubbi sul programma DEI, minando le fondamenta ideologiche (ed economiche) su cui si basano questi programmi, con aziende quali Meta, Microsoft e Amazon che hanno deciso di abolire i rispettivi programmi di inclusione e diversità.

Nonostante Trump Apple sostiene inclusione e diversità in azienda

Apple ha deciso di opporsi alla chiusura dei programmi in questione come chiesto e gli azionisti hanno a maggioranza votato a favore. Ricordiamo che l’indicazione di votare contro i programmi DEI è partita dal National Center for Public Policy Research, un think tank conservatore che si dichiara «indipendente, apartitico e di libero mercato».

A loro dire, mantenere attivo un programma dedicato alla diversità e all’inclusione, può indebolire l’azienda e renderla vulnerabile a possibili cause legali.

Il riferimento è a una sentenza del 2023 della Corte Suprema secondo la quale i programmi in questione violano una clausola del 14esimo emendamento della Costituzione, la “Equal Protection Clause” o “clausola di pari protezione”, introdotta nel 1868 affinché i cittadini siano trattati nello stesso modo davanti alla legge. Secondo la sentenza, i college avrebbero favorito alcuni studenti in quanto appartenenti a minoranze.

Tim Cook
Tim Cook

In un passaggio di un documento presentato dal Think Tank a Apple si sottolineava che «Con 80mila dipendenti, è probabile che Apple ne abbia più di 50mila potenzialmente vittime di questo tipo di discriminazione, evidenziando lavoratori che potrebbero rivolgersi a un tribunale per non aver ottenuto vantaggi in quanto non appartenenti a minoranze.

Tim Cook ha avuto l’opportunità di esprimersi brevemente su questo argomento, spiegando che Apple non ha mai tenuto conto di quote nelle assunzioni, né obiettivi particolari in materia di diversità; il CEO di Apple ha ad ogni modo fatto capire che cambiamenti potrebbero essere necessari se il governo americano imporrà nuove leggi in materia.

Pochi giorni fa Apple ha annunciato il suo più grande investimento di sempre in USA per un valore di 500 miliardi di dollari. Trovate le notizie su Finanza e Mercato nella sezione dedicata di macitynet.

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