Chi pilota un drone al di sopra di un impianto petrolifero rischia la prigione. Fino a 180 giorni, in base a quanto stabilito dal disegno di legge proposto negli scorsi giorni dalla Camera e dal Senato degli Stati Uniti d’America, una mossa che tende a perfezionare la regolamentazione di un dispositivo che ha di fatto trovato ampio mercato prima ancora di riuscire a stabilire come e quando utilizzarlo in sicurezza.
Ci sono già aree “no-fly” dove il rischio manette è dietro l’angolo, come ad esempio aeroporti e strutture governative, ma nel momento in cui la proposta diventerà legge a questi si aggiungeranno diverse «Infrastrutture critiche», tra cui impianti petroliferi ma anche centrali elettriche, dighe e raffinerie. In base a quanto stabilisce il disegno di legge sorvolare una di queste aree con un drone a meno di 400 piedi di altezza (circa 120 metri) equivale a commettere un reato di classe B che potrebbe sfociare, come anticipato, in una detenzione che può protrarsi anche per sei mesi.
La versione della legge proposta dalla Camera, approvata il mese scorso, è leggermente diversa da quella del Senato, quindi prima dell’approvazione e della conseguente entrata in vigore sarà necessario far collimare entrambi i testi.