L’uscita del firmware 1.1.1. di iPhone, con i relativi disguidi per tutti coloro che avevano sbloccato il telefonino della Mela, ha rappresentato una ghiotta occasione per i concorrenti, che non si sono lasciati sfuggire opportunità di sfruttare tali problematiche per farsi pubblicità .
L’attacco più significativo viene da Nokia, ora preoccupata come non mai di pubblicizzare l’apertura dei suoi dispositivi, tanto da arrivare a imbastire un sito online il cui slogan recita più o meno così: Crediamo che i migliori dispositivi non abbiano limiti. Ecco perchè lasciamo aperti i nostri Nokia serie N. Aperti alle applicazioni. Aperti ai widgets. Aperti a tutto. Perciò non fermatevi e caricatelo. Ciò che fa dipende da voi..
Il claim è un chiaro attacco ad Apple, rea di perseguire una campagna di chiusura nei confronti dell’iPhone e di non volerne sapere di cambiare direzione, osteggiando apertamente gli hacker che fino ad oggi si sono impegnati per arricchire il telefonino di Cupertino.
Chi ci segue fin dal lancio di iPhone, avrà ormai inteso quanto questa problematica sia sentita, non solo dal punto di vista degli sviluppatori, ansiosi di poter disporre di un vero kit di sviluppo che possa travalicare la limitatezza della applicazioni web-based (ad oggi l’unico metodo ufficiale per poter ‘programmare’ per il dispositivo multi-touch della Mela).
E’ sentita anche e soprattutto dai consumatori, che vorrebbero personalizzare il loro dispositivo come desiderano, magari colmando le attuali lacune che gettano alcune ombre su un dispositivo che, nonostante gli innumerevoli pregi, potrebbe sembrare ancora lontano dall’eccellenza.
Per converso, sistemi operativi concorrenti come Symbian o Windows Mobile supportano pienamente una filosofia di apertura verso le terze parti, lasciando che gli sviluppatori possano sbizzarrirsi e i consumatori possano scegliere cosa vogliono aggiungere al loro telefonino.
L’atteggiamento di Apple potrebbe essere quindi causa di svantaggio, sebbene non tutti siano dello stesso parere. Secondo l’analista Avi Greengart di Current Analysis, la mancanza di apertura verso le terze parti per ora non ha rallentato le vendite di iPhone, così come solo una percentuale relativamente bassa degli acquirenti ha effettuato degli hack sul telefonino.
Ancor più ottimista Craig Mathias di Farpoint Group: la strategia di chiusura di Apple è pienamente conforme alla filosofia sottendente la commercializzazione del cellulare. Apple non vuole creare un dispositivo paragonabile ad un mini computer portatile o un palmare; vuole lanciare un cellulare affidabile e averne pieno controllo.
D’altro lato, lo sviluppo di applicazioni raggiungibili online si sta sempre più intensificando; secondo Mathias lo sviluppo web-based sarà il trend dominate per il mercato dei prossimi anni e, come sempre, Apple è già in pole position.