Le leggi sono leggi e come tali devono essere rispettate, su questo non si discute e tantomeno lo fa Lorenzo Modena. Solo che l’imprenditore digitale trentino appassionato di Apple e nostro fedele lettore è anche consapevole che, se la legge lo consente, è corretto non pagare una tassa. E così, dopo aver analizzato bene la documentazione ed essersi confrontato con i suoi legali, ha deciso di aprire una nuova azienda il cui obiettivo è un prodotto per consumatori e imprese che manca: un televisore sul quale non si paga il canone.
«Mi sono stupito – ci dice Modena durante la nostra intervista virtuale, lui in viaggio sulla Tesla Model 3 in trentino e noi dalla redazione di Macity – che nessuno ci avesse pensato ancora. Però è possibile, è legalmente possibile, e ritengo che interesserà molto al pubblico, sia delle aziende che dei privati. Per questo con la mia startup Lenaia ne ho fatto uno».
Sì, perché il canone, che da alcuni anni si paga automaticamente con la bolletta della corrente elettrica, è una spesa ricorrente che “si sente” per i privati e molto di più per le aziende. Nixev di Lenaia secondo Modena è la prima Smart Tv senza canone Rai. Questo vuol dire risparmiare su una spesa ricorrente: per un privato vuol dire non spendere più ogni anno 90 euro (9 al mese per 10 mensilità) mentre le aziende non pagano più 407,35 euro. Siano essi uffici o negozi ed esercizi aperti al pubblico, inclusi i bar.
È possibile chiedere l’esenzione dal canone, ma a condizione di non possedere un televisore. Oppure di avere Nixev. «Che tecnicamente non è un televisore – dice Modena – ma l’equivalente di un tablet Android, privo di sintonizzatore e capace di far vedere quel che si vuole con le app del Google Play Store. Oppure, se avete una Apple Tv o un altro set top box o una console per videogiochi, potete attaccarli senza problemi».
Come funziona
Il prodotto di Nixev per adesso è uno solo: un televisore lanciato da due settimane con caratteristiche di mercato medio-alte: formato 43 pollici con risoluzione 4K e prezzo di lancio pari a 399 euro che verrà aumentato nelle prossime settimane, mentre si aggiungeranno più avanti modelli con un polliciaggio maggiore.
«Non siamo noi a fare materialmente i televisori – dice Modena – ma abbiamo collaborato alla progettazione con il nostro partner asiatico, CHiQ, uno dei più grandi produttori di televisori al mondo. Abbiamo realizzato tutto quel che serve, la versione di Android Tv è “pura” e aggiornabile, senza alcuna skin, con un processore quad core capace di reggere la prova del tempo. Il televisore è dotato di tre porte HDMI, USB, Bluetooth Low Energy per le cuffie e di tutte quelle specifiche che consentono di sfruttarlo al massimo, a partire dal pannello che ci è piaciuto moltissimo».
Nel televisore si possono installare tutte le app di Android TV, il che vuol dire che adesso si trova da Netflix ad Amazon Prime a Dazn (dove da settembre traslocherà il calcio) a Spotify (sempre più persone lo usano via tv per le serate in famiglia o con gli amici a casa) a Disney+ (doveroso se si hanno bambini piccoli) sino a RaiPlay. «In futuro – dice Modena – riteniamo che sarà disponibile anche Tv+ di Apple, che è già presente su alcune marche di televisori smart con Android Tv e che Apple sta lentamente rilasciando per lo store “generale” di Google».
Perché non si paga il canone?
Il motivo per cui non si paga il canone è perché la tassa annuale è in effetti molto più pesante di quello che non sembra. Nei dieci anni di vita di un televisore medio diventa una tassa da 900 euro, da più di 4mila euro per le aziende. E non c’è azienda che non abbia un televisore in sala riunioni.
«Mi sembrava assurdo – dice Modena – essere costretti a pagare questi soldi, soprattutto per una generazione come la mia, di trentenni che non aspettano le venti e trenta per guardare il film di prima serata, ma che ci muoviamo tra social, YouTube, app per lo streaming e via dicendo. Quindi mi sono documentato e ho scoperto che è possibile non pagare, a condizione di avere un apparecchio diverso da quelli in commercio. Un apparecchio che noi siamo in grado di produrre».
Il canone RAI è disciplinato da due norme: il Regio decreto-legge n. 246 del 21.02.1938 che introduce il pagamento di una tassa sugli apparecchi radioriceventi (radio e in seguito televisori) e poi la Nota del Ministero dello Sviluppo Economico n. 9668 del 20.04.2016 che chiarisce definitivamente come il canone Rai si applichi solo ai dispositivi dotati di sintonizzatore radio «E qui viene il bello – dice Modena – perché NIXEV non ha alcun sintonizzatore radio al suo interno! Proprio come PC, tablet e smartphone».
L’esenzione va richiesta alla Agenzia delle Entrate con una dichiarazione. E non bisogna avere altri televisori dotati di sintonizzatore radio in casa. Si possono però avere delle radio (per i privati) e bisogna fare attenzione solo a un particolare: non bisogna avere il decoder di Sky, perché ha al suo interno un sintonizzatore e quindi annullerebbe l’esenzione. «Ma – dice Modena – lo si può restituire e usare invece la chiavetta NowTv per guardare Sky, perché non ha nessun sintonizzatore».
Nixev È una buona idea?
Per Modena è certamente una idea imprenditoriale sensata e che sta avendo un primo riscontro molto positivo. L’azienda ha tenuto un prezzo di lancio basso, che copre i costi sostanzialmente, per “fare mercato”. Offre la sostituzione completa dell’apparecchio in caso di problemi in garanzia. E si vuole presentare come una nuova azienda digitale, seguendo la filosofia di Apple. «Ho altre due aziende, faccio l’imprenditore, ho studiato matematica e poi mi sono fatto prestare ventimila euro da mio padre per aprire la prima», ci racconta Modena.
Il papà, macchinista di ferrovia in pensione «Oggi – dice Modena, che ha 35 anni – fa il contadino») è stato il venture capital della prima attività imprenditoriale e Modena ha fatto tutto con una logica di crescita organica, un passo alla volta, oggi si dice “bootstrap” ma è come da sempre fanno le Pmi italiane.
«L’altra mia azienda – dice Modena – va molto bene e con i piccoli utili che sto facendo ho deciso di investire nell’idea di Nixev, a cui ho lavorato per due anni tutti i fine settimana. La materia del canone è confusa ma il diritto, se si sbrogliano tutti i dettagli come ho fatto io con gli avvocati, parla chiaro: il canone con il nostro televisore non si paga».
Nelle prossime settimane testeremo uno di questi apparecchi per vedere la resa e la praticità della soluzione. Modena non dà ulteriori specifiche oltre a quelle presenti sul sito «perché seguo la filosofia di Apple: non voglio ammazzare i clienti con una tonnellata di dati tecnici, preferisco fornire apparecchi che funzionano e che hanno caratteristiche chiare. Schermo, risoluzione, connettività, e poi il punto centrale: non si paga il canone».
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