Probabilmente è tutto un problema di teoria dei prezzi. Non tutti i prezzi vanno bene, scalano in maniera differente. E Sony sta scoprendo che c’è una soglia oltre la quale si può distruggere anche uno dei brand più potenti al mondo, cioè quello di Playstation 3.
Oppure, il mercato delle console per videogiochi è davvero molto, molto volubile. Soggetto ai corsi e ricorsi della storia, come insegnava Gianbattista Vico. Cioè, oggi vinco tutto io, domani vinci tutto te.
O magari, qualcuno ha fatto un errore – un drammatico errore – ed ha lasciato in mano a Nintendo la chiave del successo: vendere molto più della concorrenza perché c’è stato il coraggio di perseguire e realizzare una innovazione, oltretutto solidamente ancorata ai conti economici (Nintendo guadagna, ed è una cosa atipica in questo mercato, per ogni console venduta, Sony e Microsoft no), mentre altri hanno inseguito visioni grandiose ma irrealizzabili con il livello di prezzi e tecnologia (mancano gli schermi ad alta definizione nella maggioranza delle case, ad esempio) odierno.
Sia come sia, vediamo le nude cifre: nel mese che si chiude il 24 di giugno in Giappone Nintendo ha venduto secondo Enterbrain (editore e società di analisi) la bellezza di 270.974 console Wii. Sony ha venduto 41.628 Playstation 3 e Microsoft ha venduto 17.616 Xbox 360. Ovvero, sei ad uno tra Nintendo e Sony. Alla fine del mese prima il rapporto era cinque ad uno e quello prima ancora, ad aprile, era quattro ad uno.
Il prezzo troppo elevato e la libreria di giochi a disposizione troppo esigua sono stati i maggiori fattori di insoddisfazione per i mancati acquirenti della Playstation 3. Il mercato va da una parte, Sony e Microsoft in Giappone vanno da un’altra.