Nintendo rischia di dover fronteggiare una class action portata avanti da un giovane giocatore che, con il supporto del padre, ha presentato una denuncia negli USA: oggetto del contendere è il sistema di acquisti in app su Mario Kart Tour, un gioco per smartphone.
Secondo il giovane gamer, il meccanismo dei premi in game “Spotlight Pipes” che permette di riscattare oggetti utili all’avanzamento del gioco tramite denaro vero e proprio con le microtransazioni, è tutto un sistema previsto di proposito per rendere difficile proseguire senza pagare, ingannando gli utenti per costringerli a spendere più soldi.
Il sito Axios riferisce che la richiesta di class action è stata presentata a marzo, ma è emersa solo ora che è arrivata in un tribunale distrettuale.
Il querelante, identificato con le sole iniziali N.A., afferma di avere speso oltre 170$ in microtransazioni su Mario Kart Tour usando la carta di credito del padre, collegata al suo account Nintendo. I “lootbox” – forzieri virtuali” per procurarsi ad esempio la possibilità di far avanzare di livello il personaggio in un gioco, elementi diventati una delle principali fonti di reddito nell’industria dei videogiochi – sono indicati nella denuncia come qualcosa di subdolo, che incoraggia comportamenti di dipendenza, in modo simile a quanto accade con il gioco d’azzardo, evidenziando amcora che i minori sono particolarmente suscettibili a giochi che prevedono premi a sorpresa.
A settembre dello scorso anno Nintendo ha rimosso la modalità Spotlight Pipes da Mario Kart Tour, sostituendola con un premio giornaliero presente nel negozio del gioco.
Nel 2020 una causa simile è stata tentata contro Apple, affermando che quest’ultima era complice nel favorire il gioco d’azzardo e comportamenti di dipendenza, permettendo agli sviluppatori di app e giochi freemium (o free solo all’inizio) di proporre “loot box” nelle app che è possibile scaricare dall’App Store.