La società che ha sviluppato la linea di applicazioni per il riconoscimento vocale Dragon Naturally Speaking per il computer e le app Dragon Dictation che consentono di dettare testo ai microfoni dei dispositivi iOS, ha annunciato Nina, servizio che consiste in un assistente virtuale per dispositivi mobile grazie al quale sviluppatori indipendenti possono integrare funzioni di dettatura e riconoscimento vocale nelle esistenti applicazioni per iOS e Android.
Di particolare interesse è il sistema di riconoscimento biometrico (la voce dell’utente diventa una sorta di password) e un kit di sviluppo per l’integrazione del servizio in applicazioni di terze parti (l’assistente “intelligente” Siri di Apple, lo ricordiamo, è compatibile solo con le app della casa di Cupertino).
Nina sfrutta una combinazione tra il sistema di riconoscimento vocale di Nuance, funzioni di riproduzione text to speech, riconoscimento biometrico e tecnologie per l’individuazione del linguaggio parlato, accedendo a un servizio cloud-based che, come già detto, non solo comprende ciò che l’utente pronuncia, ma lo identifica in modo sicuro.
Il target al quale pensano gli sviluppatori sono le app per banche e servizi finanziari mettendo a disposizione metodi per conoscere ad esempio saldo, movimenti, l’avvenuta ricezione di pagamenti, bonifici o l’accesso a servizi per verificare lo status di un volo, di una prenotazione e così via, chiedendo direttamente a voce all’assistente. Le aziende che decidono di appoggiarsi al servizio possono personalizzare l’assistente virtuale, cambiando ad esempio la voce o l’aspetto estetico.
Tra i primi ad adottare il sistema, l’USAA, importante fornitore di servizi finanziari che serve i membri delle forze armate degli Stati Uniti, i veterani di guerra e loro famiglie, integrando l’assistente virtuale per l’uso in un’applicazione mobile che dovrebbe arrivare in una versione preliminare entro la fine del mese e che sarà lanciata ufficialmente il prossimo anno.
Nuance ha fatto sapere che il servizio è disponibile per gli sviluppatori in lingua inglese (Stati Uniti, Regno Unito e Australia); il supporto per altre lingue è previsto entro la fine dell’anno.
[A cura di Mauro Notarianni]