La testata Nikkei Asian Review riporta che Nikon ha deciso di tagliare 1.000 posti di lavoro in Giappone, ovvero il 10% della sua forza lavoro nazionale, tagli che avverranno nel corso dei prossimi due o tre anni. I tagli dovrebbero avere un alto impatto sul business dei semiconduttori (ad oggi poco entusiasmante) e su quello delle macchine fotografiche digitali del brand nipponico.
Le vendite delle fotocamere Nikon sono scese del 30% negli ultimi tre anni, e l’azienda mancherà la sua previsione per un utile netto di 30 miliardi di yen (287 milioni di dollari), utile che era stato previsto per la fine dell’anno fiscale per il prossimo marzo. Nikon non è la sola azienda ad essere stata colpita della crisi del settore delle macchine fotografiche: la divisione imaging di Canon per esempio si aspetta un calo del 25% sull’utile del gruppo per il 2016.
La maggior parte delle aziende impegnate nel settore della fotografia hanno subito ultimamente molte battute d’arresto, me per Nikon la situazione sembra essere particolarmente dura. Le sue compatte DL, indirizzate agli appassionati, non sono ancora state rilasciate sul mercato malgrado sia trascorso oltre un anno dopo il loro annuncio, mentre la serie di fotocamere “rugged” KeyMission non sono state ben accolte dopo il loro lancio il mese scorso. Per Nikon sembra dunque piena crisi e il licenziamento del personale appare ormai indispensabile per tagliare i costi e contrastare le sfide di mercato.