La previsione di Elon Musk sulla FDA si è rivelata sbagliata solo di poco più di un mese: dopo essere stata respinta a marzo, la richiesta di Neuralink per avviare i trial umani del suo prototipo di interfaccia cervello – computer chiamata Link è stata approvata dalla FDA giovedì scorso.
Fondata nel 2016, Neuralink ha l’obiettivo di commercializzare le interfacce cervello computer in diversi ambiti medici e terapeutici, che spaziano dalla riabilitazione dopo ictus e lesioni al midollo spinale, al controllo di protesi neurali, fino alla promessa di “riavvolgere i ricordi o scaricarli in robot”, come affermato nel 2020 dal CEO di Neuralink, Elon Musk.
Cosa sono e come funziona l’interfaccia cervello-computer
Le interfacce cervello – computer traducono i segnali elettrici analogici del cervello, monitorati attraverso elettrodi sottili come capelli posizionti direttamente ne cervello, in codici digitali composti da 1 e 0, comprensibili ai computer. Poiché l’impianto di tale interfaccia richiede un intervento chirurgico nel cervello del paziente, la FDA, l’ente che regolamenta queste tecnologie, richiede che le aziende conducano rigorosi test di sicurezza prima di concedere l’approvazione per test su persone e per l’uso commerciale.
Preoccupazioni sull’impianto
A marzo la richiesta di Neuralink di avviare i trial umani era stata respinta dalla FDA, in parte a causa delle segnalazioni di numerose cavie che morivano dopo l’impianto del prototipo di interfaccia cervello-computer.
Secondo documenti interni acquisiti da Reuters nel dicembre scorso, oltre 1500 animali sono stati sacrificati nello sviluppo dell’interfaccia cervello-computer di Neuralink dal 2018. A seguito di tali accuse, l’Ispettorato Generale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha avviato un’indagine.
La riluttanza della FDA era dovuta anche a preoccupazioni riguardanti il design e la funzionalità dell’interfaccia quando impiantata negli esseri umani. Secondo fonti interne, ex dipendenti di Neuralink intervistati da Reuters a marzo, le principali preoccupazioni dell’ente riguardavano la batteria al litio del dispositivo, la possibilità che i sottili fili dell’impianto potessero migrare in altre aree del cervello e dubbi sulla possibilità di rimuovere il dispositivo senza danneggiare il tessuto cerebrale.
Nonostante l’approvazione della FDA per l’inizio dello studio, Neuralink non sta ancora cercando volontari. L’azienda ha twittato giovedì che l’approvazione è il risultato di un lavoro incredibile svolto dal team di Neuralink in stretta collaborazione con la FDA e rappresenta un importante primo passo che un giorno permetterà alla tecnologia di aiutare molte persone.
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