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Netflix vuole un abbonamento economico con pubblicità

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Anche se potrebbe sembrarlo, non è uno scherzo: Netflix ha annunciato di voler mettere la pubblicità all’interno del suo servizio proponendo così nuovi piani di abbonamento più economici. Eppure appena un mese e mezzo fa Spencer Neumann, chief financial officer di Netflix, aveva dichiarato che al momento l’azienda non aveva preso in considerazione l’idea, anche se ha lasciato la porta aperta con un “mai dire mai”.

Ma a quanto pare nelle ultime settimane la società deve aver cambiato opinione perché durante l’ultima presentazione dei risultati finanziari appena avvenuta, ha svelato che entro i prossimi anni potrebbe offrire dei piani in abbonamento più economici sostenuti dalle pubblicità.

Questa volta a parlarne è stato il co-CEO Reed Hastings, spiegando che l’azienda ha intenzione di finalizzare i dettagli di questi nuovi abbonamenti entro i prossimi dodici o ventiquattro mesi al massimo. Il punto è che gli annunci pubblicitari sono complessi mentre lui, Hastings, è un grande fan della semplicità, perciò Netflix ha bisogno di trovare la quadra in modo tale da poter offrire la possibilità di pagare meno accedendo al contempo a un servizio inframezzato dalle pubblicità, pur mantenendo l’aspetto minimalista della piattaforma.

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Questa opzione aggiuntiva «ha molto senso», dice, tanto più che Netflix ha già perso circa 200.000 abbonati in tre mesi (e prevede di perderne altri due milioni nei prossimi tre anni) a causa di una concorrenza più forte e all’incapacità di potersi espandere in alcuni paesi per via delle limitazioni tecnologiche presenti.

Ma tra gli accusati c’è anche per la pratica di condivisione degli account, per la quale la società sta sostenendo una dura battaglia: pare infatti che al momento 222 milioni di famiglie stanno pagando un abbonamento Netflix, ma oltre 100 milioni invece condividono illegalmente gli account.

Hasting ha spiegato che gli abbonamenti supportati dalle pubblicità funzionano, o almeno questo è quello che viene fuori dall’esperienza di servizi come Hulu, Disney e HBO, che già da tempo offrono questa possibilità. «Non abbiamo dubbi che funzioneranno», ma ha almeno chiarito che il sistema non terrà traccia dei dati degli utenti per personalizzare gli annunci pubblicitari, come invece stanno facendo i suoi concorrenti.

Tutti gli aggiornamenti sulle piattaforme dello streaming tv si trovano invece nelle pagine dedicate ad Amazon Prime Video, Netflix, Apple TV+ e Disney+.

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