Che Netflix avesse pianificato lo sbarco in Italia, era noto, ma ora abbiamo anche una data: ottobre. È Reed Hastings, amministratore delegato dell’azienda americana, leader mondiale nello streaming on demand di film e serie TV, a farlo sapere in una articolata intervista rilasciata a Wired Italia, in edicola in questi giorni.
Secondo quanto dice Hastings: «Netflix sarà disponibile in Italia da ottobre, anche se non abbiamo ancora fissato il giorno esatto». Il CEO precisa anche alcuni dettagli sul servizio che dovrebbe essere totalmente in abbonamento: niente limiti di GB trasferiti, numero di visualizzazioni, pacchetti e soluzioni cui siamo abituati da altri operatori. Basterà pagare la quota mensile, che si ipotizza possa essere di 7,99 euro, e si avrà accesso a tutto il catalogo.
Un altro aspetto interessante che emerge dalla intervista è che Netflix ha intenzione di arrivare praticamente su tutte le piattaforme usando i canali più disparati. Non sarà quindi frutto di un qualche accordo con Telecom, come era parso in un primi momenti, ma i contenuti in streaming saranno distribuiti via computer, tablet e smartphone con applicazioni che potranno anche essere preinstallate (per gli OEM che consentono questa pratica) direttamente dal gestore di telefonia o dal rivenditore che li propone. Netflix sarà anche sulle TV smart e sulle console e potrebbe persino essere accessibile dai decoder Sky e Mediaset. Quel che è certo nessuno dei fornitori, neppure di connettività, potrà avere l’esclusiva.
Netflix al suo arrivo in Italia (che avrà i servizi assieme alla Spagna, come spiega a El Mundo una intervista gemella a quella rilasciata a Wired) avrà diversi concorrenti cui fare fronte, da Sky Online a Mediaset Infinity, a Chili, Tim Vision, ma anche piattaforme come iTunes e Google Play Film che sono consolidate e legate a specifici sistemi operativi. Va però anche detto che sono stati proprio i possibili concorrenti a preparare il terreno a Netflix, con una serie di proposte commerciali, una campagna di marketing e anche qualche azione con implicazioni di carattere tecnico (il patto tra Sky e Telecom per portare i canali dell’offerta Sky anche su cavo nelle case, rinunciando alla parabola). Attualmente si parla di qualche centinaio di migliaia di famiglie che sfruttano l’offerta concorrente di Netflix, ma la porta è aperta.
Resta da vedere quanto alto sarà l’ostacolo della banda larga che nel nostro paese è disponibile, eufemisticamente parlando, a macchia di leopardo. Ma Hastings sembra ottimista: «Non è importante lo stato della banda larga: è fondamentale la direzione», dice con riferimento alle strategie di copertura del governo.