Nest, la società acquisita lo scorso anno da Google per 3.2 miliardi di dollari, ha qualche giorno addietro presentato nuovi prodotti e servizi. Uno degli annunci più interessanti è Nest Safety Rewards con il quale la società offre, in collaborazione con alcune assicurazioni, la possibilità di ottenere sconti alle persone che acquistano i prodotti Nest.
Le persone che partecipano accettano di inviare alle assicurazioni dati mensili che permettono di verificare se l’allarme antincendio di Nest era attivo o no, se i sensori funzionano correttamente, così come la connessione WiFi e altro. In cambio, si ottiene fino al 5% di sconto sui premi. Al momento Nest ha siglato accordi con due società: Liberty Mutual e American Family. Annunciando l’iniziativa, il CEO di Nest, Tony Fadell, ha sottolineato che quanto menzionato saranno le sole informazioni che le compagnie assicurative riceveranno.
Benché non sembrino dati importanti da fornire in cambio di uno sconto, è interessante notare, spiega Business Insider, come un’iniziativa del genere arrivi da un dirigente che in passato ha lavorato con una società che si oppone molto alla condivisione dei dati. Fadell, infatti, ha lavorato in Apple per circa dieci anni, ed è noto a tutti per essere “il papà dell’iPod”.
Google e Apple hanno un modo del tutto diverso di concepire cosa fare con i dati delle persone. Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, ha recentemente evidenziato come altre aziende “attaccano la nostra privacy da ogni fronte”, prelevando “tutto quello che possono per cercare di trarne profitto economico” e spiegando che spesso l’accesso a determinati servizi nasce con “scopi pubblicitari”. “Siamo convinti che un giorno gli utenti se ne renderanno conto” ha aggiunto Cook.
Dopo l’acquisizione di Nest, Fadell è stato chiamato a guidare anche la divisione che si occupa dei Google Glass, e la sua prospettiva sulla gestione dei dati appare meno severa rispetto alla visione di Cook.
Alistair Barr, giornalista del Wall Street Journal, ha chiesto a Fadell, lumi sulla filosofia dell’azienda nella gestione dei dati. “Non condividere proprio nulla, ritengo sia sbagliato” ha detto Fadell; “ma anche condividere tutto è altrettanto sbagliato”. E ancora: “Bisogna trovare un ottimo equilibrio, comprendere quali sono i vantaggi per gli utenti ed essere trasparenti con quello che si fa dei dati”. “E, se non vogliono siano elaborati, devi renderti conto che hai toccato punti sbagliati”.