Lo scorso mese Dejian Zeng, uno studente dottorando alla New York University, ha svolto un tirocinio estivo di sei settimane alla Pegatron (uno dei fornitori cinesi di Apple) e ha raccontato la dura vita di chi produce l’iPhone, fatta di turni massacranti, poco riposo, assurdi controlli di sicurezza.
Tra le cose raccontate da Zeng, il fatto che ogni giorno tutti i dipendenti passano attraverso un metal detector, in modo da impedire che attrezzature e materiali escano dalla fabbrica ed evitare i tentativi di spionaggio industriale. Gli operai si mettono in fila, all’ingresso/uscita, per il controllo dei badge e per evitare intrusioni sono previsti anche controlli facciali.
Delle misure di sicurezza riferisce Business Insider che ha parlato di nuovo con Zeng per carpire qualche nuovo dettaglio. Lo studente ha raccontato che, com’è facile immaginare, nessun dispositivo elettronico personale è ammesso nella linea di produzione. I controlli sono ancora più asfissianti quando è in produzione un dispositivo non ancora annunciato. “Quando mi occupavo dell’iPhone 7 avevano innalzato il livello di sicurezza” racconta lo studente; “C’erano due metal detector nelle fabbriche e avevano aumentato il livello di sensibilità”. “Capita, ad esempio, che una ragazza indossi un reggiseno con parti in metallo; se tutto ad un tratto quel giorno non riesce a passare i controlli di sicurezza, deve tornare indietro e cambiarsi”.
Zeng afferma anche che ad alcuni quadri più importanti è concesso portare il telefono di proprietà ma anche questi sono soggetti a controllo, non solo verifiche su eventuali foto scattate all’interno della fabbrica ma anche verifiche per prevenire furti di modelli di produzione nascosti all’interno di cover e custodie. “Ogni volta che passano dai metal detector, la sicurezza chiede a questi manager di premere un pulsante sull’iPhone in modo da vedere lo schermo in funzione”. “Credo vi siano stati casi di iPhone inseriti in finte custodie e portati all’esterno”. I lavoratori sono avvisati che se tentano di portare fuori dalla fabbrica un dispositivo in produzione, verrà avvisata la polizia.
Il tipo di linea produttiva rende molti lavoratori inconsapevoli di come apparirà il prodotto finito, particolare che conosce soltanto chi lavora nell’assemblaggio finale, anche se ovviamente ci sono elementi come il case esterno dell’iPhone 7, che tutti i lavoratori hanno avuto modo di vedere prima della presentazione del prodotto. “Tutti gli operai sapevano dal primo giorno che è iniziata la produzione che non avrebbe integrato il jack per la cuffia e della doppia fotocamera”. L’esperienza nel complesso non è ad ogni modo piaciuta a Zeng: ha deciso di dedicarsi alla difesa dei diritti umani, ancora più convinto di prima di aver scelto questa carriera.