Ai detenuti bisognerebbe fornire l’iPad per farli comunicare con i familiari direttamente dalle strutture dove sono reclusi per scontare la pena preventiva. È l’idea di Sir Martin Narey, consigliere del ministero della Giustizia britannico. L’idea è che la tecnologia può migliorare il livello di alfabetizzazione, scrittura e calcolo, oltre che essere utile per mantenere i legami familiari. La tecnologia, ha spiegato Narey – in passato a capo della polizia penitenziaria – permetterebbe ai detenuti di passare il loro tempo in cella in modo più costruttivo. “Dovrebbero incontrare un tutor una volta la settimana eseguendo da soli compiti che hanno a che fare con l’alfabetizzazione e la matematica”.
Le proposte sono al vaglio di Michael Gove, segretario di Stato della Giustizia del Regno Unito ma nessuna decisione è stata ancora intrapresa. “Quando sono entrato nell’amministrazione penitenziaria nel 1982, le persone erano terrorizzate dal pensiero di fornire una radio FM ai detenuti” ha spiegato Narey; “hanno paura che possano telefonare liberamente ma i detenuti dovrebbero poter usare Skype o Facetime per comunicare con i loro figli. Dobbiamo usare la tecnologia per l’istruzione e mantenere i legami familiari”.
L’idea è presa in considerazione da Dame Sally Coates, un’ex direttrice che si sta occupando della revisione delle politiche educative nelle carceri per conto del Ministro della Giustizia. “Se non hai le competenze per ottenere un lavoro, molto probabilmente diventerai recidivo” ha aggiunto.
Secondo Jerry Petherick, a capo di alcune attività che riguardano servizi esternalizzati dalle carceri britanniche, i tablet nelle celle “potrebbero diventare la norma” ma avvisa anche della necessità di stretti controlli per prevenire ulteriori atti criminali. “È necessario prevedere forme di salvaguardia integrata”, come ad esempio meccanismi che “impediscono di contattare le vittime”.