Oggi siamo tutti impegnati a leggere notizie su ChatGPT, OpenAI, e come l’intelligenza artificiale stia per mangiare il cervello di tutti quanti. Se abbiamo scoperto negli anni Cinquanta che si poteva cercare di creare un computer senziente (ma gli autori di fantascienza c’erano già arrivati molto prima) è solo da novembre dello scorso anno che abbiamo potuto metterci le mani sopra.
E per quanto gli osservatori e gli esperti si sbraccino e si sgolino a spiegare che l’intelligenza della macchina tale non è, trattasi invece di “pappagallo stocastico”, il volgo non gli crede e va bovinamente dietro ai pifferai magici che propanano i nuovi oracoli a ogni pie’ sospinto. Dopotutto, toccando la nuda macchina con la mano si può restare congelati, e dato che il freddo estremo ai nostri deboli e confusi nervi pare bruciare come un tizzone d’inferno, l’equivoco è presto spiegato.
Invece, c’è un altro capitolo che viene colpevolmente dimenticato ma che presto farà parlare di sé tanto se non più di quanto non abbia fatto sinora l’intelligenza artificiale. Ci riferiamo ovviamente al “wet computing“, alla “singularity” e al bisogno di mettere fili, spine e silicio dentro la testa delle persone per cablarne la mente e giungere sino all’ovvio risultato (ovvio se siete degli autori di fantascienza declinata in un filone cyber-horror) di ibridare la nostra mente oltre che il nostro cervello.
Aumentare le capacità cognitive grazie a innesti di silicio oppure, chissà, trapiantare la coscienza di anziani moribondi in giovani corpi di acciaio inossidabile ed eternamente virile. Chissà.
Il grande alce
Dietro a tutto questo c’è quella specie di genietto folle e irregolare, una specie di troll multimiliardario, che risponde al nome di Elon Musk. Il quale, non pago di auto elettriche e di intelligenze artificiali, gioca anche con un altro filone, che è quello dell’innesto uomo macchina.
In queste ore il gran capo delle aziende più “disruptive” che ci siano attualmente sul mercato, l’ex nerd sudafricano mobbizzato dai bulli della sua scuola che si prende una vendetta con l’intero pianeta, ha incassato uno stop che pensiamo sia però solo momentaneo. Purtroppo.
Musk ha affermato che Neuralink, la sua azienda che deve stabilire un collegamento (link) tra cervello (neura) e macchina, possa cominciare presto i testi su campioni umani, dopo aver trapanato topi e altri animali con risultati altalenanti.
La FDA, Food and Drug Administration, l’ente americano che fa da velo tra questo desiderio faustiano incontenibile e l’abisso che le sonde nel cervello possono solo spalancare, per adesso fa melina e anzi, ha detto proprio no. Sono passati mesi, Musk si è detto più volte convinto che ci fossimo, che ormai l’ora di trapanare i crani di volontari fosse ormai prossima. Ma l’apprendista stregone si è dovuto fermare sulla porta. La richiesta di trial clinico non è stata approvata.
Fin che c’è vita c’è speranza
Purtroppo lo stop non è definitivo. Il funzionario americano non reagisce come auspicabilmente ci si potrebbe attendere, cioè arrestando tutti i responsabili e lasciando gli altri in mezza a una strada. Invece, rinvia al mittente la richiesta spiegando che si potrà fare solo quando saranno risolti una serie di problemi non secondari ma comunque non infiniti.
Gli uomini e le donne di Musk devono mettersi d’impegno e preparare un sistema che non usi batterie al litio da infilare nel cranio, non preveda cavi che entrano ed escano dalla testa e da altre parti dove il sistema nervoso centrale è disponibile ad essere connesso, e se e quanto le varie apparecchiature possano essere rimosse dal corpo delle persone senza causare danni al tessuto cerebrale. È una brutta situazione, insomma.
Una brutta situazione soprattutto perché Musk ha affermato in passato che Neuralink con i suoi impianti sarà in grado di far camminare le persone paralizzate, vedere i ciechi e alla lunga trasformare tutti quanti in cyborg. E dichiarandolo Musk si è inserito in uno dei filoni del transumanenismo più cyberpunk di tutti. Quello alla Masamune Shirow di Ghost in the Shell, per intendersi.
E non stiamo pensando al film con la simpatica Scarlett Johannson, bensì ai manga acidi e poi agli animi prodotti da un cattivissimo sognatore di distopie in cui gli ibridi tra intelligenze artificiali e macchine hanno poteri di connessione infiniti ma anche allucinazioni, tare mentali, distruzione del senso del sé e falsi ricordi come se piovesse.
Dilettanti fantasiosi
Il problema, secondo uno degli scienziati che lavorano nel settore dell’ingegneria neuronale e si occupano di valutare questo tipo di attività per l’Istituto nazionale di salute degli Stati Uniti, è che Neuralink “non sembra avere l’attitudine e l’esperienza che sono necessarie per entrare in questo mercato in tempi brevi”. Se Kip Ludwig è critico, la FDA spara in silenzio a palle catenate.
Numerose fonti hanno dichiarato ai giornali americani che la valutazione delle richieste si è mantenuta su una linea di serietà perché ci sono molti soldi in ballo e perché comunque la legge americana preveda certi tipi di procedure a garanzia di tutti quelli che presentano domanda. Ma la voce che più spesso circola è “Dilettanti allo sbaraglio”.
Tuttavia, Musk conserva la piena fiducia di molti fedeli collaboratori di Neuralink e di alcuni investitori del settore, che sottolineano i suoi successi passati nell’affrontare sfide estreme come guida di Tesla e del costruttore di razzi SpaceX.
“Non scommetterei mai contro di lui”, ha detto Bob Nelsen, cofondatore della società di venture capital ARCH Venture Partners, che ha aggiunto di aver investito molti soldi in Neuralink. “Se dovesse avere qualche intoppo con Neuralink, o con qualsiasi altra cosa, si riorganizzerà e troverà una soluzione. Pensateci: queste sono industrie difficili con enormi barriere di sicurezza; automobili e razzi”.
Le magnifiche e progressive sorti
Nei commenti pubblici rilasciati nel corso degli anni, Musk ha illustrato una visione audace di Neuralink: sia le persone disabili che quelle sane si recheranno nelle strutture che Neuralink costruirà nei quartieri delle città (come degli Apple Store per il cervello) per un rapido inserimento chirurgico di dispositivi con funzioni che vanno dalla cura dell’obesità, dell’autismo, della depressione o della schizofrenia alla navigazione sul web e alla telepatia. Alla fine, ha detto più volte Musk, questi chip trasformeranno gli esseri umani in cyborg in grado di respingere la minaccia di macchine senzienti dotate di intelligenza artificiale.
Con un capo e un piano così, cosa potrebbe andare storto?