Intel chiude un anno da incubo, con un fatturato in calo del 20% e le azioni che crollano di conseguenza. Ecco i dettagli del periodo buio del chip maker per eccellenza.
Le azioni sono scese del 10% nel trading pre-mercato, dopo che la società ha riportato risultati trimestrali e per l’intero anno piuttosto deludenti. I tiepide numeri trimestrali del produttore di chip, con un calo delle entrate del 32% su base annua e una perdita netta di 664 milioni di dollari per il quarto trimestre del 2022, hanno colto di sorpresa sia gli analisti che gli investitori.
I problemi di Intel, che variano da un eccesso di scorte di chip e l’indebolimento della domanda, non sembrano potersi risolvere presto, con l’azienda che si prepara ad una perdita netta di 15 centesimi per azione per il prossimo trimestre. Per questo, gli analisti hanno tagliato gli obiettivi di prezzo quasi su tutta la linea.
Per molti, si tratta di un “crollo storico”, mentre altri parlano di una disfatta “molto peggiore di quanto temuto”. Le azioni Intel sono diminuite di quasi l’11% prima dell’apertura di venerdì.
È un test significativo per il CEO di Intel Pat Gelsinger, che ha assunto il primo posto presso la società di chip di 54 anni nel 2021. Fattori al di fuori del controllo di Intel hanno contribuito sia ai problemi di inventario che di produzione, con un rallentamento del mercato dei PC che fa pressione sui margini di Intel e costringe i rivenditori a “correggere” i loro inventari. Così il CEO si è rivolto agli analisti:
Mentre sappiamo che questa dinamica si invertirà, prevedere quando è difficile
La notizie, comunque, segue i dati negativi registrati sin da metà 2022, quando erano chiare le difficolta del colosso dei chip. Il fatturato di Intel nei primi mesi dell’anno era stato di 15,3 miliardi di dollari, inferiore del 22% rispetto allo stesso periodo del 2021, con battute di arresto per le divisioni Client Computing Group (CCG) e Datacenter and AI Group (DCAI), i cui ricavi si erano già fermati, rispettivamente, a 7,7 e 4,6 miliardi segnando rispettivamente -25% e -16% rispetto al Q2 2021.