Lo scorso anno Apple ha sostituito un totale di circa 11 milioni di batterie degli iPhone con il programma che permetteva di effettuare la sostituzione a 29,00 euro anziché i 79 normalmente richiesti.
Il dato sarebbe emerso nel corso dell’incontro del CEO Tim Cook con i dipendenti della Mela ed è stato riportato da John Gruber di Daring Fireball, un blog focalizzato sulla tecnologia.
Apple avrebbe sostituito 10 milioni di batterie in più rispetto a quanto fa normalmente in un anno (una media di 2 milioni di unità). Il CEO Tim Cook nella lettera agli investitori dopo la revisione della guidance per il primo trimestre dell’anno fiscale 2019, aveva indicato la possibilità di sostituire la batteria dell’iPhone a un prezzo contenuto come una delle cause che ha portato alcune persone a non aggiornare gli iPhone e contribuire al calo del fatturato.
Non è del tutto chiaro perché Apple non ha tenuto del programma per la sostituzione della batteria a basso costo come motivo del calo del fatturato di iPhone anno su anno ma Gruber ipotizza che il programma per la sostituzione della batteria sia stato sfruttato da un numero elevato di persone, più di quanto Apple avesse ipotizzato, una scelta che ha portato alcune persone a non acquistare gli iPhone XR e XS.
Il programma di Apple era stato concepito in seguito alle questioni concernenti il rallentamento di iPhone con batteria difettosa o con capacità degradata. La Mela aveva lanciato il programma di sostituzione della batteria con prezzi scontati e integrato funzionalità in iOS per conoscere le prestazioni dei propri dispositivi, valutare lo stato di salute della propria batteria per determinare la necessità di sostituirla.
A febbraio dello scorso anno, rispondendo agli analisti preoccupati che il programma di sostituzione batterie iPhone a 29 euro poteva ridurre le vendite, Cook aveva spiegato: «Non abbiamo considerato se il programma sostituzione batterie potrebbe influenzare il tasso di aggiornamento. Di primo acchito non so se influenzerà gli aggiornamenti. Abbiamo fatto questa scelta perché l’abbiamo vista come la cosa giusta da fare per i nostri utenti. L’effetto sull’upgrade non era nei nostri processi mentali quando abbiamo deciso cosa fare».