In un nuovo intervento pubblicato sul suo sito web, il musicista Neil Young ha accusato le principali aziende tecnologiche come Google di offrire collegamenti ai siti web di pirateria e quindi di privare i musicisti dei diritti che derivano dal loro lavoro
Nel suo post, Young parte dal suo album del 1996 Broken Arrow, e dai testi della canzone “Music Arcade” che l’hanno fatto riflettere sui suoi precedenti successi, che ai nostri giorni non è sicuro possano essere raggiunti dai musicisti. “Oggi, nell’era di FaceBook, Google e Amazon”, scrive, “è difficile dire come un artista musicale nuovo e in crescita possa farcela nel modo in cui ce l’abbiamo fatta noi.”
Prosegue poi dicendo che Google ha sfruttato immensamente il mercato delle ricerche (incluse quelle per i siti web di pirateria), ma ha lasciato gli artisti fuori dal giro. La posizione non è nuova: la RIAA si è lamentata per anni del fatto che Google rende troppo facile agli utenti trovare musica piratata.
Young è stato un feroce critico dei servizi di musica online in passato, escludendo nel 2015 la sua musica dai servizi di streaming per ragioni legate alla scarsa qualità del suono. Ha messo però a disposizione online The Neil Young Archive, una collezione di quasi tutta la sua musica, disponibile in un formato di alta qualità. Il sito è attualmente gratuito, ma diventerà a pagamento per gli utenti dal prossimo 30 giugno.