I nuovi MacBook integrano un controller proprietario, un chip numerato 338S00055 e benché su questo non sia presente il logo Apple, ChipWorks, una società specializzata nell’analisi dei semiconduttori, ha confermato a iFixit che si tratta “certamente di un dispositivo personalizzato da Apple”. L’utility Resoconto di Sistema nella sezione che permette di visualizzare la struttura ad albero dei dispositivi Serial ATA indica come fornitore “Apple” e il modello come “Apple SSD AP0512H”. La fabbrica che produce fisicamente il chip dovrebbe invece essere la taiwanese TSMC.
Il chip è probabilmente frutto dell’acquisizione di Anobit, società israeliana acquisita da Apple nel 2011 e specializzata, tra le altre cose, in controller SSD e proprietaria di tecnologie che permettono di migliorare velocità e affidabilità delle memorie NAND flash individuando e riducendo gli errori di scrittura.
Integrare un controller fatto “in casa”, anziché uno di terze parti come Toshiba o Samsung è un passo logico nella sempre più stretta integrazione che cerca Apple. La Casa della Mela ha recentemente attivato in OS X il supporto per il protocollo NVM Express, abbandonando il vecchio AHCI (un meccanismo hardware che permette di comunicare con le periferiche Serial ATA, utile con gli HDD tradizionali) in favore del nuovo, particolarmente adatto per l’uso in accoppiata alle unità SSD PCIe. Come abbiamo già spiegato, l’AHCI aveva dei limiti, primo tra tutti l’impossibilità di gestire più di 32 comandi e accedere a più blocchi contemporaneamente. L’NVM Express (o NVMe) è una specifica per l’accesso agli SSD collegati al bus PCI Express (PCIe), creata tenendo conto delle basse latenze e caratteristiche delle unità di nuova generazione.
La scelta di Apple è un problema per fornitori storici quali Toshiba e Samsung, potenzialmente a rischio di perdere grosse forniture, ma è anche sintomatica del passaggio verso architetture NAND integrate di nuova generazione, una mossa che consente di migliorare ancora la velocità delle unità SSD.