I processori dei nuovi MacBook 12″ Retina in arrivo a breve saranno in grado di regolare la propria velocità in autonomia, sfruttando specifiche tecnologie integrate nelle CPU di ultima generazione con Speed Shift. È questa l’ultima scoperta attuata nelle piegh dell’ultimo update di OS X Server. Scavando nel codice, il blogger Pike ha infatti individuato il supporto alle tecnologie HWP (Hardware-Controlled Performance States) ed EPP (Energy Performance Preference) dei processori Broadwell e Skylake, che promettono di ottimizzare automaticamente le performance, distribuendo meglio funzioni che influenzano i consumi in conformità a indicazioni del sistema operativo.
Tecnicamente HWP, nota anche come Speed Shift, è un importante salto qualitativo rispetto a Speed Step, che ad oggi ha più o meno lo stesso compito: regolare le prestazioni della macchina in base alle richieste delle varie operazioni. Quest’ultimo sistema per controllare la velocità del processore è però gestito dal sistema operativo, Speed Shift è invece gestito direttamente dal processore. In pratica in alcune condizioni speciali, l’OS cede alla CPU il diritto a regolare il suo proprio stato in termini di velocità del clock, lasciando che sia la componente a decidere quali prestazioni adotattore.
Il vantaggio di Speed Shift rispetto a Speed Step, come spiega il competente Anadtech, è principalmente su due fronti. In primo luogo il processore ha una “coscienza” maggiore rispetto al sistema operativo sul livello di prestazioni da adottare. In secondo luogo è molto più veloce e dinamico nell’adeguare la sua velocità al livello di prestazioni che sono richieste dalle varie applicazioni. I vari scalini nella frequenza del clock con il controllo della CPU vengono adottati in un millisecondo, Speed Step impiega fino a 30 millisecondi per controllare il processore e adeguarne la velocità. Passare da uno stato in cui si risparmia energia ad uno per le massime prestazioni richiede 35 millisecondi, contro 100 millisecondi della vecchia implementazione.
In pratica con Speed Shift si risparmia energia, perché la macchina si adegua più rapidamente ai vari stati e si ha anche più velocità, perché in caso di necessità risponde più velocemente a richieste di potenza maggiore.
Per l’integrazione in Windows 10, Microsoft (che ha integrato il supporto nelle build più recenti del suo sistema) ha lavorato di concerto con Intel. Stessa cosa è stata evidentemente fatta anche con Apple, permettendo di controllare rapidamente l’incremento e la riduzione della frequenza, attivando il livello prestazionale migliore anche in base alle indicazioni del sistema e consumando di conseguenza meno energia.
I processori che dovrebbero essere integrati nei nuovi MacBook da 12” sono: un 2.2GHz Intel Core m3-6Y30, il 2.7GHz Intel Core m5-6Y54 e il 3.10GHz Intel Core m7-6Y75. Come abbiamo già spiegato non bisogna farsi ingannare dai nomi “m3”, “m5” e “m7”. Cambia solo la frequenza operativa di CPU e GPU, non hanno nulla a che fare con le denominazioni i3, i5 e i7 che classificano altre famiglie e permettono di identificare anche le diverse performance. Non è chiaro quando le nuove macchine arriveranno ma la stringa “early 2016” in OS X Server in riferimento ai nuovi MacBook 12″ lascia immaginare la loro presentazione prima della WWDC di giugno.