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Nehalem, tutti i segreti del nuovo processore dei Mac Pro

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Tra le tante novità  di oggi, tecnologicamente parlando, ce n’è una che sovrasta tutte le altre: l’adozione dei processori Nehalem nei nuovi Mac Pro. La rilevanza dell’evento è direttamente proporzionale alla scommessa che Intel ha posto sul lancio dei chip, componenti di nuova generazione nelle quali sono presenti diverse nuove tecnologie che dovrebbero imporre al mercato delle Cpu un nuovo strappo.

Di Nehalem Macity ha parlato in passato numerose volte. Si tratta di un chip da 45 nanometri; la circuiteria è la stessa di Penryn, ma le somiglianze si fermano qui. Nehalem (il nome deriva, come spesso accade con Intel, da un fiume dell’Oregon) introduce una vera e propria rivoluzione con una lunga serie di tecnologie di nuova generazione.

La prima è Quick Path Interconnect, un sistema di comunicazione che rimpiazza il vecchio Front Side Bus di cui abbiamo sentito parlare tante volte e che era uno dei colli di bottiglia nelle Cpu di precedente generazione. QPI è la rivisitazione Intel di Hypertransport, una tecnologia che AMD usa da diversi anni e che accelera la comunicazione con i dispositivi di Input output e i vari sottosistemi. Apple ha messo un canale QuickPath anche tra i due processori del modello 8 core; questo significa che i dati non sono costretti, come accadeva in precedenza, a passare attraverso l’hub I/O.

Nehalem ha come altra caratteristica il controller di memoria direttamente sul die del processore; in pratica viene eliminato così un secondo collo di bottiglia, quello che sussisteva nella comunicazione tra processore e controller della memoria; questa scelta riduce il tempo di latenza del 40%

Una terza tecnologia in evidenza è Hyperthreading. Si tratta di una funzione ben nota al mondo PC che l’ha adottata qualche anno fa ai tempi dei Pentium 4; nei Nehalem torna con alcune innovazioni, ma il suo compito è lo stesso: far vedere al sistema operativo due processori dove ce né uno solo o quattro nuclei dove ce ne sono solo due e distribuire il carico tra i due o i quattro nuclei logici. Quando viene opportunamente ottimizzato il sistema operativo è in grado di ricavare da un processore compatibile con Hyperthreading prestazioni fino al 30% superiori ad un processore non in grado di supportare questa tecnologia.

Nehalem sarà  disponibile in versione a due, quattro o otto nuclei. Lo Xeon adottato da Apple appartiene alla serie Gainestown. I modelli non sono dichiarati ma dovrebbe trattarsi dell’E5520 (2,23 GHz), dell’E5550 (2,66 GHz) e dell’ E5570 (2,93 Ghz). Il chip del singolo processore da 2,66 GHz è di tipo diverso. Si tratta di uno Xeon 3500; per la precisione il W3540 da 2,66 Ghz e il W3560 per la versione da 2.93 GHz. Questi ultimi processori, al contrario della serie “E” sono studiati per le schede madri a socket singolo. La cache è per tutti uguale: 8 GB per ciascun processore.

Tutto questo conferisce alle nuove macchine una potenza “bruta” decisamente superiore a quella dei modelli precedenti. Secondo quanto riportato da Apple, che ha fatto dei test usando CINT2006 Rate e CFP2006 Rate, il Mac Pro da 2,93 GHz batte di 1,93 volte il vecchio modello da 3,2 GHz nei calcoli a virgola mobile; le prestazioni sono di 1,5 volte nel calcolo degli interi. Usando applicazioni di “vita reale” come riferimento le prestazioni sono di 1,5 volte su Final Cut Studio 2 (ProRes encode a H.264), 1,8 volte su Mathematica 7.0 (MathematicaMark7), 1,4 volte in Osirix (Volume and surface render) e 1,2 volte in Aperture (Common application tasks).

Che non si sia solo di fronte ad uno dei soliti virtuosismi di marketing dell’industria, si coglie anche da alcune delle primissime prove svolte con pezzi ancora di preproduzione dall’autorevolissimo, nel campo, Anandtech. Il sito aveva messo a confronto la scorsa estate vecchi Penryn con i nuovi Nehalem ricavando prestazioni nell’ordine del 20/30% superiori per i secondi rispetto ai primi.

Apple, come abbiamo avuto modo di scrivere nelle scorse ore, è il primo produttore al mondo ad avere a disposizione gli Xeon basati su architettura Nehalem. Al momento Intel non ha ancora annunciato questa componente (gli unici Nehalem in commercio sono gli Core i7 destinati ai desktop consumer); il lancio ufficiale dovrebbe avvenire, infatti, a fine mese. Apple, come già  accaduto in passato, ha dunque avuto un trattamento privilegiato, avendo a disposizione i nuovi chip in anticipo rispetto alla concorrenza, un colpo d’immagine che vale sia per Apple che anche per Intel, oltre che quei clienti che sceglieranno le macchine professionali ottenendo prestazioni per ora impossibili agli avversari della Mela sul mercato dei desktop “pro”.

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