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Proposta di legge USA per rendere Termini e Condizioni di servizio facili da comprendere

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Sono probabilmente poche, pochissime le persone che leggono Termini e Condizioni, i documenti che disciplinano il rapporto contrattuale fra il titolare del servizio fornito dal sito/app e l’utente, in altre parole il “contratto” con il quale lo sviluppatore di un app o il fornitore di un servizio chiarisce le condizioni, incluse quelle relative all’uso dei contenuti, le regole che gli utenti devono seguire per interagire tra loro all’interno del sito/app,  eventuali modalità di cancellazione o sospensione dell’account e così via.

La lettura delle condizioni in questione, richiede tempo e caparbietà. Statita riferisce un esempio secondo il quale servono 30 minuti e 30 secondi per leggere uno dei Termini proposti da Apple, un documento che in inglese conta 7314 parole. Non sappiamo a quale documento Statita faccia riferimento ma qui trovate un esempio in italiano.

Il documento di Apple non è niente rispetto a ad alcuni documenti con termini di servizio proposti da Microsoft. Uno di questi documenti è composto da 15260 parole… resta da capire quanti leggano sul serio questi documenti e quanti riescano effettivamente a capire tutto ciò che è riportato (spesso in “legalese”, ossia con un linguaggio contorto usato dalla stragrande parte dei giuristi).

Negli USA una proposta di legge per rendere Termini e Condizioni di servizio veloci e facili da leggere

Negli USA una proposta di legge potrebbe costringere le aziende del settore OT a offrire versioni più brevi e semplici, riassunti chiamati “TL;DR” (da “Too Long; Didn’t Read”). Il disegno di legge è bipartisan e per via delle animosità al Congresso al Senato USA nei confronti delle aziende del mondo IT, potrebbe facilmente passare.

Secondo uno studio del 2012 l’americano medio avrebbe bisogno di 76 giorni lavorativi per leggere in modo completo termini e condizioni completi dei vari servizi con i quali ha a che fare. Se il nuovo disegno di legge USA verrà approvato, i vari siti dovranno proporre un riassunto per spiegare termini e condizioni di utilizzo con un linguaggio “di facile comprensione”, specifichi quali dati sensibili vengono raccolti. Da questo punto di vista Apple è avanti grazie alla sezione dedicata alle informazioni sulla privacy nelle pagine dei prodotti sull’App Store, una sorta di “etichetta nutrizionale” della privacy. Apple richiede a ogni app (incluse le proprie) di fornire agli utenti un riepilogo di semplice visualizzazione sulle prassi adottate dallo sviluppatore in materia di privacy. Ogni pagina di prodotto sull’App Store include informazioni standardizzate e facili da leggere basate sulle prassi relative a raccolta e trattamento dei dati riportate dallo sviluppatore. Queste etichette forniscono agli utenti informazioni chiave su come l’app utilizza i loro dati, per esempio se i dati saranno utilizzati per tracciarli e se saranno collegati a loro direttamente oppure no.

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