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Negli USA tentativo di class-action contro i prezzi di iCloud

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Negli USA una potenziale class action punta il dito contro iCloud affermando che gli utenti pagano prezzi troppo elevati per lo storage sul cloud, violando normative antitrust.

La richiesta di azione collettiva è stata consegnata alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto settentrionale della California, e vede Apple accusata di violazione alla legge Sherman (Anti-Trust) e del Clayton Antitrust Act del 1914 (normativa che consente dir icheidere risarcimenti a coloro che provino di aver subito un danno nella propria attività̀ commerciale a causa della violazione della normativa federale antitrust).

Il sito AppleInsider riferisce che la citazione è partita dallo studio legale Hagens Berman in nome e per conto del ricorrente principale, Julianna Felix Gamboa. Nella citazione si sostiene che Apple è riuscita a creare “un monopolio illegale” per via di sue politiche sul cloud-storage di iOS.

Secondo l’azione legale condotta dai soggetti che portano avanti la class action, Apple obbliga gli utenti dei suoi dispositivi a usare esclusivamente iCloud per il backup di determinati tipi di file; questi dati possono includere dati di app e altri che riguardano le impostazioni dei dispositivi, mentre altri tipi di file possono essere memorizzati su servizi cloud concorrenti senza problemi.

Lo studio legale che si occupa della class action afferma di stare ancora indagando su iCloud ma che finora non sembrano esserci “giustificazioni tecnologiche o di sicurezza per queste limitazioni sulle scelte dei consumatori”. Secondo lo studio legale, “finalità ed effetto di queste restrizioni sulla concorrenza, sembrano servire ad assicurare un monopolio” per iCloud.

Limitare la possibilità di memorizzare alcune tipologie di file su iCloud, è considerato un problema per i consumatori che potrebbero non voler necessariamente gestire più interfacce per lo storage, e usare un unico servizio di cloud storage.

Nella citazione si riferisce che Apple stessa indica il cloud storage come “agnostico” relativamente a ciò che può essere memorizzato su quest’ultimo, gestendo tutti i contenuti allo stesso modo, come una raccolta di byte. Si fa anche riferimento a Samsung, azienda concorrente di Apple, spegando offre ai suoi utenti Samsung Cloud ma anche la possibilità di effettuare backup completi su Google Drive.

Apple svela i software terze parti impiegati in iCloud

Nella class action si fa poi riferimento ai prezzi, affermando che Apple richiede commissioni elevate, anche se la documentazione ad un certo punto fa confusione sui costi annuali per gigabyte e con i vari piani, affermando ad ogni modo che il margine lordo per i vari piani è di gran lunga superiore ai costi aziendali sostemuti dalla Casa di Cupertino, e spiegando che se fosse possibile gestire su cloud di terze parti dati di app e memorizzare le impostazioni dei dispositivi, questo porterebbe a maggiore competizione sui prezzi e a una riduzione dei costi di iCloud.

I provvedimenti richiesti includono: il riconoscimento dello status di class action, risarcimenti, cambiamenti alle policy di Apple e misure di prevenzione future contro le presunte azioni illegittime; si richiede inoltre un processo con giuria.

A questo indirizzo vi spieghiamo come funziona iCloud, a cosa serve, come gestirlo, ecc.

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