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Negli USA tentano class action contro Apple per i pagamenti Tap-to-Pay

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Negli Stati Uniti un gruppo di soggetti sta cercando di ottenere lo status di class action accusando la Casa di Cupertino di avere violato le leggi antitrust per avere fatto in modo che solo Apple stessa possa sfruttare Tap-to-Pay, il sistema che consente con gli iPhone, iPad e Apple Watch compatibili di accettare pagamenti contactless senza bisogno di hardware aggiuntivo.

Nella domanda presentata dagli studi legali Hagens Berman e Sperling & Slater, si sostiene che Apple ottiene illegalmente profitti di almeno 1 miliardo di dollari l’anno, impedendo alle aziende rivali di accedere alla tecnologia NFC sui propri dispositivi, evitando in questo modo a servizi concorrenti quali Google Pay o Samsung Pay di offrire funzionalità simili al tap to pay sui dispositivi Apple.

Lo riferisce il sito Macrumors spiegando che nella denuncia si sostiene che per ogni transazione completata con carte di pagamento emesse negli USA, l’emittente deve pagare una commissione dello 0,15% per le carte di credito e mezzo centesimo per le carte di debito. A titolo di confronto, sui dispositivi Android Google permette l’uso di più mobile wallet per i pagamenti, e non riscuote commissioni sui pagamenti tap-to-pay dagli emittenti statunitensi di carte.

Apple annuncia Tap to Pay, ora iPhone riceve pagamenti

“Quando si confrontano le funzionalità di Apple Pay con i wallet mobile disponibili sui dispositivi Android – Google Pay, Samsung Pay – si sta essenzialmente guardando uno specchio: sono essenzialmente identici”, scrivono i legali, evidenziando che “lo stesso servizio su Android che gli emittenti di carte non pagano in alcun modo, costa loro collettivamente 1 miliardo di dollari annualmente con Apple Pay”.

La denuncia è stata presentata presso il tribunale distrettuale della California del Nord, accusando Apple di molteplici violazioni dello Sherman Act (la più antica legge antitrust degli Stati Uniti), vincolando Apple Pay ai suoi dispositivi e monopolizzando il mercato dei wallet “tap to pay”. La richiesta è ovviamente quella di un risarcimento pecuniario per tutti gli emittenti di carte statunitensi che pagano una commissione a Apple.

È la terza volta che lo studio Hagens Berman cita in giudizio Apple per violazione delle norme antitrust: è già avvenuto nel 2015 ottenendo un risarcimento da 560 milioni di dollari per aver creato un cartello con i alcuni editori sul prezzo degli e-book; all’inizio di quest’anno lo studio è riuscito a ottenere un risarcimento di 100 milioni di dollari per alcuni sviluppatori che ritenevano elevata la commissione del 30% richiesta da Apple per gli acquisti sull’App Store.

Apple Pay è nell’occhio del ciclone in varie parti del mondo, inclusa l’UE che ha evidenziato un abuso di posizione dominante nei portafogli mobili su iOS.

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