TikTok è stata l’app più scaricata dai vari store (Play Store, App Store, ecc.) nel 2020. Lo fa notare Nikkei Asia spiegando che ByteDance ha lanciato TikTok nel 2017 e questa ora ha superato – in termini di download – Facebook, WhatsApp, Instagram e Facebook Messenger – tutte app di proprietà di Facebook.
Con l’aumentare di preoccupazioni legate alla privacy, è cresciuto anche il numero di utenti passati a Telegram, servizio che vanta sempre più download e nuovi utenti. Tra le peculiarità di Telegram, la possibilità di cancellare automaticamente alcuni messaggi dopo un determinato periodo. L’app è stata molto usata da dimostranti di Hong Kong e Thailandia per cercare di sfuggire ai controlli governativi.
TikTok continua a essere vista con sospetto negli USA: lo scorso anno Donald Trump ha cercato di bloccare l’app cinese, bollando questa e WeChat (app usatissima dai cinesi) come un pericolo per la nazione poiché sospettate di trasferire i dati degli utenti statunitensi al governo di Pechino.
Gli sviluppatori hanno più volte parlato di infondatezza per le affermazioni della Casa Bianca; Joe Biden ha ritirato l’ordine esecutivo presidenziale che preveda il ban dell’app ma il Dipartimento di giustizia non ha smesso di sollevare dubbi sul reale uso dei dati degli utenti.
Interessante notare l’ingresso di Likee, un competitor di TikTok, all’ottavo posto nella classifica delle app più scaricate a livello globale. Sul tema privacy, nel 2021 WhatsApp ha annunciato la condivisione dei dati relativi ai messaggi con Facebook; l’azienda ha promesso che i contenuti dei messaggi degli utenti (già adesso protetti dalla crittografia “end-to-end”) rimarranno privati tra il mittente ed il destinatario e non verranno mai condivisi o ceduti a Facebook ed ai suoi operatori; anche il numero di telefono non dovrebbe essere in nessun caso inviato o condiviso su Facebook o diffuso agli inserzionisti.
Negli USA al settimo posto tra le app più scaricate c’è Discord, una piattaforma per condividere e comunicare con persone con interessi simili, usata soprattutto dai gamer, perché offre loro un modo per comunicare e sviluppare una comunità al di fuori dei giochi stessi.