Il sito Fast Company parla del primo droneporto al mondo, un luogo a Boulder City (Nevada) dove si trova l’Aerodrome, struttura pensata per l’istruzione, la manutenzione, servizi vari ma anche per scopi ricreativi e gare con i droni. Si stima che i cosiddetti “Unmanned Aircraft Systems” (UAS) contribuiscano a un mercato che vedrà una crescita di 82,1 miliardi di dollari tra il 2015 e il 2025, generando almeno 10.300 nuovi posti di lavoro ben retribuiti. L’industria deve affrontare il problema della mancanza di talenti specializzati per la guida di questi velivoli.
L’ aeroporto per droni statunitense è una struttura privata aperta al pubblico. Sono offerti corsi di addestramento per il volo, servizi di riparazione, esami di certificazione e testing dei piloti e altri servizi. I clienti potenziali sono militari, giornalisti, soccorritori che si occupano di pronto intervento, professionisti del campo immobiliare, agricoltura e altri ancora.
L’idea di un aeroporto per droni non è una novità assoluta. A settembre di quest’anno, l’architetto e designer britannico Norman Foster ha rivelato un progetto per la costruzione in Ruanda di un aeroporto destinato esclusivamente a droni. La base dovrebbe essere operativa nel 2020 e servire per il trasporto di forniture mediche in zone difficilmente accessibili dell’Africa orientale, causa assenza di una rete viaria efficiente e di infrastrutture adatte all’atterraggio e al decollo di velivoli di grandi dimensioni.