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Negli Usa chiude The Magazine: anche le testate su iPad in crisi?

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A dicembre chiude The Magazine, il periodico digitale quindicinale su iOS realizzato dal famoso programmatore Marco Arment, che l’aveva ceduto alcuni mesi fa a un altro nome molto noto del giornalismo Apple americano, Glenn Fleishman, editor e imprenditore di fama. Il popolare giornale digitale era nato a ottobre del 2012 e aveva costituito uno dei principali motivi di interesse nel mondo dell’editoria digitale indipendente per la formula scelta. La sua parabola è interessante anche e soprattutto a confronto con quanto (non) è successo a casa nostra.

The Magazine infatti ha tenuto un modello costante sia durante la gestione Arment (creatore di Instapaper, tra le altre app realizzate dal noto programmatore) che quella di Fleishmann (che collabora con Wired, Fortune, Popular Sicence, New York Times, The Economist, Macworld e Tidbits). In pratica, li quindicinale presenta solo quattro-cinque storie long form di giornalismo “interessante”, niente rubriche appesantimenti o pubblicità, con anche pochissime immagini (solo qualche illustrazione) e forte attenzione a cosa interessa agli appassionati del mondo della tecnologia, pagando i collaboratori (giornalisti ma anche blogger di lingua inglese) con tariffe molto elevate e paragonabili a quelle dei giornali “di carta” più prestigiosi. Insomma, tanto testo all’insegna della qualità per avere tre o quattro buone letture ogni quindici giorni a un paio di dollari di prezzo (oggi non è più possibile abbonarsi: l’ultimo numero che uscirà il prossimo 17 dicembre sarà il #58).

Nel tempo The Magazine, la cui raccolta di copertine è visibile qui, ha sviluppato un suo stile unico e realizzato anche un primo libro, sia in formato ebook (disponibile gratuitamente qui) che di carta a pagamento, con i migliori articoli del primo anno. Il secondo libro, finanziato con la medesima formula, è attualmente su Kickstarter in attesa di raggiungere i soldi necessari a pagare i collaboratori per la ristampa dei loro prezzi, e venire distribuito gratuitamente in formato digitale o a pagamento (per le spese di stampa e spedizione) nella versione cartacea. Qui il libro su Kickstarter.

Per quale motivo ha chiuso The Magazine? Dopo due anni, ha detto su Twitter Fleishmann, il giornale aveva fatto la sua parabola. Ottima cosa chiudere prima che finiscano veramente i soldi e ci si riempia di debiti, considerando che la redazione del giornale era nell’hard disk di Fleishmann e dei suoi collaboratori: tutto il resto è gestito in modalità esterna sia tramite siti web (anche per la gestione contabile) che tramite service che producono ad esempio le copie del libro “on demand”. Un modello auspicabile e ricercato da molti ma che, ad esempio, nel nostro paese non sarebbe praticabile a causa dei costi fissi, delle licenze, delle iscrizioni obbligatorie in tribunale per registrare la testata e diecimila altri problemi che sicuramente affosserebbero l’iniziativa (tant’è vero che non esiste niente di simile e che chi ha tentato nel nostro Paese ha dovuto battere rapidamente e rovinosamente in ritirata).

Per quale motivo allora ha “fallito” The Magazine? Il problema, come ha dichiarato lo stesso Fleishmann, non sta tanto nella mancata raccolta pubblicitaria (problema invece endemico in Italia) quanto nel marketing. Difficile raggiungere tutto il potenziale pubblico interessato a quella pubblicazione, nonostante la distribuzione universale garantita dal formato app tramite App Store di iOS. I costi di promozione e la necessità di affidarsi su passaparola molto più “attivi” di quelli che sono stati messi in atto dalla community degli utenti di The Magazine anche nel mercato Usa sono stati troppo elevati.

Il prossimo 17 dicembre quindi uscirà l’ultimo numero di The Magazine su iPhone e iPad. Scaricando l’app da qui è possibile ovviamente recuperare tutti i numeri passati o comprare uno per uno i nuovi, che sono un ottimo riferimento se si vuole passare alcune giornate con piacevoli letture, mentre come si è detto è bloccata la possibilità di fare nuovi abbonamenti.

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