Il problema, se così si può chiamare, è noto: indossando un visore per la realtà virtuale per lunghe sessioni può provocare mal di testa e in alcuni soggetti anche nausea. Occorre rilevare che sia Oculus Rift che HTC Vive (qui le nostre impressioni dalla prova a MWC16), i due visori più evoluti oggi disponibili, hanno affrontato il problema per ridurre il più possibile eventuali sintomi spiacevoli, in ogni caso questi possono verificarsi in soggetti più sensibili rispetto ad altri e soprattutto quando si utilizzano visori economici, come le soluzioni fai da te basate su Google Cardboard.
Una possibile soluzione al problema è proposta dai laboratori Microsoft Research, come mostra il filmato che riportiamo in questo articolo. I ricercatori Microsoft hanno applicato delle luci LED all’interno del visore, posizionate tutte intorno al perimetro che delimita le lenti. Come rileva il ricercatore nel filmato la presenza di queste luci offre informazioni più precise al nostro cervello, delimitando meglio il campo visivo e incrementando la consapevolezza: secondo gli esperimenti effettuati contribuisce a ridurre mal di testa e l’insorgere della nausea, permettendo così sessioni in realtà virtuale più lunghe.
La soluzione a base di luci LED è economica e non è pensata esclusivamente agli incalliti dei videogiochi. Anche se per il momento la realtà virtuale è generalmente percepita come una piattaforma per il gaming, in realtà le applicazioni possibili sono molto più ampie e diversificate. Facebook sta già lavorando da tempo a mondi virtuali in cui potremo incontrare e parlare con i nostri amici e contatti sotto forma di avatar. Altri invece pensano di sfruttare la realtà virtuale per la formazione e la collaborazione a distanza, come ha dimostrato un interessante simulazione che Macitynet ha provato all’ultimo Mobile World Congress di Barcellona.