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Associazione ipovedenti USA chiede ad Apple più impegno con gli sviluppatori

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La statunitense National Federation of the Blind ha approvato una risoluzione per fare pressione su Apple, una nuova battaglia dopo quella su iTunes nel 2008, affinché il produttore di iPhone spinga gli sviluppatori a tenere in considerazione le opzioni per l’accessibilità riguardo alle app in vendita sull’App Store. La risoluzione, approvata nel corso di una convention dell’associazione ipovedenti che si è svolta a Orlando (Florida) è vista come inevitabile dai membri dell’associazione giacché la Casa di Cupertino non avrebbe sufficientemente spinto gli sviluppatori di terze parti a implementare funzioni per l’accessibilità.

“È tempo per Apple di fare uno sforzo, altrimenti toccherà a noi il passo successivo” dice Michael Hingson, membro del board californiano di NFB, spiegando che una nuova vertenza, sulla falsariga di quella del 2008, sarebbe infine “l’unica risorsa” per forzare gli sviluppatori ad attenersi ai requisiti di conformità.

Apple ha integrato varie funzioni assistive, migliorandole nel corso degli ultimi anni e i dispositivi con iOS sono tra i pià apprezzati dalle persone con vari gradi di disabilità visiva e motoria. La funzione VoiceOver, ad esempio, è un lettore di schermo che dice cosa succede sul display Multi‑Touch aiutando a fare tutto anche se non si può vederlo. Toccando lo schermo, una voce descrive cosa c’è sotto il dito, rendendo più facile usare i gesti per controllare il dispositivo.

iPad, iPhone (3Gs e successivi) e iPod touch (terza generazione e successive) sono predisposti per funzionare con più di 40 schermi braille Bluetooth: basta collegarne uno per iniziare a usare il dispositivo iOS con VoiceOver, senza dover acquistare software aggiuntivi. iPad, iPhone e iPod touch hanno di serie anche tabelle braille per oltre 25 lingue.

Apple ha previsto la possibilità di usare VoiceOver con le app di serie su iPhone, iPad e iPod touch. La National Federation of the Blind lamenta l’uso di funzioni specifiche da parte degli sviluppatori di terze parti. Società quali Bank of America, Southwest Airlines e Netflix sembrano, a detta dell’associazione, ignorare le problematiche di accessibilità, non prevedendo funzioni quali etichette sui pulsanti leggibili da VoiceOver.

In Italia NVApple.it si occupa di informatica legata alla disabilità visiva. I dispositivi iOS”, si legge sul sito dedicato al progetto, “ancora oggi, restano gli unici pensati, già dalla prima progettazione, con l’accesso universale come concept di base”.

Elena Brescacin da anni si occupa di web developing, dice: “Io come persona non vedente posso affermare di essere da quattro anni utente soddisfattissima di prodotti Apple”. E ancora: “Per quanto riguarda le mie esigenze personali ha sostituito Windows alla grande” Non è ad ogni modo così per tutti. “Molte persone che conosco” prosegue Elena, “su certi aspetti non sono soddisfatte. Per esempio ancora c’è molto lavoro da fare in merito all’accessibilità dei file PDF e dei fogli elettronici Excel per quanto Numbers nelle ultime versioni abbia fatto dei veri passi da gigante”. “Quello secondo me su cui devono lavorare molto è a livello amministrativo, diciamo così, sull’approvazione delle app. Per esempio, siccome sia a livello italiano sia internazionale ci sono delle leggi secondo cui i siti pubblici devono esser accessibili (anche se quasi nessuno la rispetta purtroppo), Aaple può usare il polso duro: tu compagnia telefonica, tu aeroporto, tu società di trasporti pubblici -treni o autobus- tu banca … non fai l’app accessibile? Non te l’approvo sullo store. Non fai le cose accessibili? Ti taglio fuori.

“Apple” dice ancora Brescacin, “avrebbe tutte le facoltà per farlo!”. “Per i siti web test non ci vuole molto a usare test farlocchi di accessibilità. Le App store è l’azienda apple che l’approva o no, quindi dovrebbero avere la manica strettissima in questo settore”. “Italo Treno, per esempio, fossi stata in Apple l’avrei rifiutata al volo dato che con Voiceover non funziona per niente. Ovvio che non dovrebbe valere questo per tutte le app in quanto ci sono per esempio dei giochi basati sui colori o sulla grafica o sviluppati in modo tale da avere un determinato target …per esempio Angry birds o similari non li potrei mai giocare. Ma, se avere un gioco in meno non mi dà affatto fastidio, avere un’app medica / bancaria / sui mezzi di trasporto o acquisti on line o alberghi ecc. che non sia accessibile, mi rode molto. Idem per le app che gestiscono elettrodomestici. termostati, condizionatori, eccetera… ce ne sono sempre di più… dovrebbero aver l’accessibilità obbligatoria: ditta dell’elettrodomestico sviluppi un’app che non è accessibile? Non ti approvo l’app e non ti certifico l’elettrodomestico come Apple compliant”.

Prosegue ancora Elena: “Dovrebbero inoltre semplificare la possibilità di rimborso, includendo tra le cause anche l’inaccessibilità”. “Io personalmente sono stufa di scaricare app anche importanti, riguardanti la salute per esempio, magari a pagamento, scrivere agli sviluppatori e sentirmi dire nel migliore dei casi “mi dispiace mi scuso per il disagio aggiorneremo” (salvo poi non farlo) e nel peggiore “Ah si? Ma i ciechi possono usare il touch?”, non aggiornano poi le app, però i soldi miei se li tengono. Eh no. E’ ora di finirla”.

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