Naomi Elaine Campbell, modella, attrice e cantante britannica, ha intervistato il direttore del design di Apple Jonathan Ive. Una chiaccherata presso Apple Park fatta di ventitré domande che ruotano intorno alla vita personale del designer, dai ricordi d’infanzia al suo rapporto con Steve Jobs, leggendario cofondatore, Ceo e amico di Ive.
Emerge una personalità molto timida che probabilmente ha aiutato l’artista nella sua crescita «Il mio è un lavoro molto solitario e io sono una persona timida: non so quale dei due ha rafforzato l’altro, ma è stato facile farlo proprio perché potevo farlo da solo».
Ha lavorato al fianco di Steve Jobs fin dal 1997 ed entrambi «Guardavamo il mondo allo stesso modo»: un’affinità che li ha uniti nel tempo e che ha permesso ad Ive di imparare molto da quella che lui stesso definisce «La massima collaborazione creativa». Dal racconto viene fuori uno Steve Jobs straordinariamente ottimista ed entusiasta, una persona curiosa e che spesso era sulla stessa lunghezza d’onda di Ive.
Interessante poi la risposta alla domanda sull’eventuale difficoltà di parlare del suo lavoro, visto che i suoi progetti sono spesso segretissimi. Per Ive in realtà non c’è alcun segreto visto che «Se sto lavorando su qualcosa che non è finito, non voglio certo mostrarlo! Quando non sei sicuro che qualcosa funzioni, quell’idea è vulnerabile: se non fai attenzione a chi la mostri, le critiche premature possono bloccare qualcosa che potrebbe invece meritare più di un’opportunità».
In definitiva Ive si definisce una persona molto ansiosa e che si preoccupa del suo lavoro: la stessa Heater (sua moglie da trent’anni, ndr) conosce a malapena i prodotti su cui lavora.
La chiacchierata è trascritta in inglese su questa pagina di Patently Apple.