I due fratelli Ali e Hadi Partovi hanno fatto bingo. Corteggiati come belle donne dai più ricchi della città , adesso hanno ceduto probabilmente all’offerta più seducente, anche se non sono stati svelati i risvolti economici ma solo quelli strutturali: il management, gli impiegati e le modalità di lavoro di iLike non cambieranno.
E dopotutto quale motivo avrebbe MySpace per cambiare la squadra che vince? Nei due anni dalla sua fondazione, iLike ha raggiunto un quantitativo impressionante di persone e toccato i vertici di una nicchia che si è sostanzialmente inventata: il social network musicale. Con 55 milioni di utenti e 1,5 miliardi di singoli contatti al mese, è impressionante la capacità che ha avuto di generare un mondo di relazioni tra appassionati delle scene musicali ufficiali e underground. iLike, definito come un sito di “social music discovery” è legato a iTunes come negozio preferenziale per la vendita di musica online.
Come non vedere dunque l’importanza per il mondo delle etichette discografiche da un lato e per quello degli emergenti dall’altro di iLike? E come non vedere da parte dei grandi colossi del social network, come Facebook e MySpace, la gustosa opportunità per acquistare una fetta di traffico in più, magari in casa dei concorrenti, visto che i primi due “mondi” dove iLike raccatta decine di milioni di utenti sono Facebook e i servizi iGoogle (Google registrato con Gmail)?
L’acquisto della società basata a Seattle è stato dato alla fine della settimana da MySpace, colosso in seconda posizione nel mondo del social networking e con base a Beverly Hills. iLike non si muoverà dal suo vecchio quartier generale e tutti i dipendenti resteranno e continueranno a svolgere funzioni e mansioni attuali. Questo tranquillizza sicuramente, in un’epoca di consolidamenti e cannibalizzazioni, chi lavora e crea la magia di iLike.
Rimangono fermi al palo gli altri che competevano per acquistare – sempre con offerte non svelate – iLike: c’era per esempio Facebook, che adesso vedrà una parte del suo traffico drenato verso le pubblicità altrui, e poi Amazon, che avrebbe voluto poter legare il mercato discografico fisico e digitale del suo negozio con questo grande collettore di gusti e preferenze, proprio come in passato ha fatto con Internet Movie Database.
C’erano anche altre offerte sul tavolo, secondo alcune voci insistenti. Ad esempio, quella di Microsoft, interessata forse a mettere un punto fermo nel mondo del social networking per la pubblicità che porta dietro e il suo business languente dello Zune, e quella di Activision Blizzard, software house di videogiochi con più di un piede coinvolto nella scena musicale per via di titoli come Guitar Hero. C’erano in attesa però anche altri attori, non tutti provenienti dal mondo digitale. Proviene dal mondo digitale RealNetworks, che sta cercando di ridefinire pienamente la propria identità in un mondo in rapidissima evoluzione come quello del web 2.0, e il colosso della vendita di biglietti per gli spettacoli live, cioè Ticketmaster, che avrebbe potuto monetizzare pesantemente la propria presenza dentro un social network come iLike.