Chiunque abbia frequentato un MacWorld Expo negli ultimi 15 anni non può non aver incrociato la faccia impertinente e l’eloquio pronto alla battuta di Andrew Shalat, giornalista della carta stampata e del web, Graphic Designer e titolare dello studio Shalat Design, autore di manuali per il desktop publishing e video (Mac Design Out of the Box – Peachpit, Do It Yourself Mac Projects – McGraw-Hill e How To Do Everything with Online Video – McGraw-Hill) e docente in varie istituzioni californiane.
Andrew è qui al Macworld in qualità di speaker di un corso di livello intermedio per Illustrator CS4 che si tiene nei primi due giorni di un evento che ha visto stravolta la propria programmazione dall’assenza di Apple e dalla necessità di portare il pubblico del weekend a visitare gli spazi espositivi.
Lo incontriamo proprio alla fine della prima giornata di corso sulle scale del Moscone West mentre sta confabulando con alcuni dirigenti di Macworld Expo. Subito dietro c’e’ il cartonato di una sua “opera” si tratta della customizzazione di una GibsonLes Paul che viene messa in concorso tra i partecipanti all’Expo.
Andrew accetta di posare per una simpatica foto e cominciamo a fargli domande in Italiano tanto per rispolverare la conoscenza della lingua che ha imparato in lunghe permanenze nel nostro paese: il suo primo Mac l’ha incontrato nello studio di un architetto fiorentino nel 1985 e da lì è nata la sua passione.
E proprio per questo che torna il più spesso possibile dai suoi amici in Italia, prima di uscire dal Moscone West ci fa osservare il simpatico video in loop sugli schermi della hall realizzato in stile Bob Dylan / Subterranean Homesick Blues: nel primo spezzone hanno inserito proprio lui che da piazzale Michelangelo di Firenze mostra la distanza in miglia da San Francisco.
Macitynet: Andrew, anche quest’anno ti hanno scelto per personalizzare la chitarra simbolo del mondo creativo a cui si rivolge da sempre MacWorld.
A.S.: Si, per me è stato un vero onore essere chiamato per la seconda volta da Paul Kent, il boss di MacWorldExpo per progettare il premio dell’evento. Ho utilizzato questo incarico anche per far conoscere come si realizza un progetto “reale” agli studenti dell’università in cui insegno e ho avuto 15 proposte molto interessanti ma poi ho ricominciato da capo con le mie idee.
Tu sei reduce da un corso-maratona qui all’Expo: dalle 10 del mattino alle 5 del pomeriggio per un corso di Illustrator. Con la nuova formula sono aumentati o diminuiti gli studenti?
A.S.: Devo dire che sono rimasto sorpreso: i partecipanti ai corsi sono aumentati e oltretutto rispetto allo scorso anno è aumentata la qualità e la disponibilità all’ascolto. Forse dipende dal fatto che sono qua realmente per imparare e non per riempire uno spazio vuote nella visita all’Expo.
Inoltre come gli altri anni ci sono visitatori da tutti gli stati anche da New York. Una buona parte provengono da ditte che inviano i propri dipendenti per un corso di aggiornamento.
Questo è un aspetto dell’evento che viene molto spesso sottovalutato dall’esterno ma che da un valore speciale all’iniziativa.
Senza Apple i media e e gli utenti stessi avranno sicuramente meno interesse per l’evento. Cosa ti aspetti tu e cosa si aspettano Paul Kent e il suo staff con cui sei a contatto diretto in questi giorni?
A.S.: Ti puoi immaginare come siano in ansia: l’evento di quest’anno è stata una vera scommessa e devo dire che se guardiamo la partecipazione prevista per i corsi da questo punto di vista è stata vinta. Rimane da vedere come funzionerà la formula dell’esposizione vera e propria. Se i visitatori senza l’attrattiva del keynote e dello stand Apple saranno numerosi l’Expo avrà la possibilità di continuare altrimenti questa sarà l’ultima edizione.
Il numero degli espositori e’ considerevolmente ridotto visto che viene occupata soltanto la Nort Hall del Moscone Center. Pensi che su questo abbia influito anche lo spazio dedicato ad Apple al CES di Las Vegas solo un mese fa?
A.S.: Beh senza evento Apple l’attrattiva della fiera è sicuramente molto più bassa e avere due fiere così’ vicine è molto difficile per chi ha già esposto un mese fa al CES tutto questo sommato soprattutto alla crisi economica che non è affatto cessata riduce gli impegni di spesa delle aziende.
Io però mi sento di fare una critica al fatto che si partecipi al CES e non al MacWorld Expo: questo è il vero posto per farsi conoscere dall’utenza Apple e con la filosofia Apple. Come ben sai Apple non espone al CES e fa bene perché non si mischia con altri produttori.
Questa è una fiera Mac-focused ed è un ottimo luogo per far conoscere le novità agli utenti: si presentano nuove tecnologie e soprattutto si ha la possibilità di parlare direttamente con gli sviluppatori e i produttori di software cosa impossibile ad una fiera commerciale come il CES.
Hai citato la crisi economica tu sei anche un consulente grafico che opera sul campo e non solo un insegnante: che effetti ci sono sulla tua professione?
A.S.: Non ti nascondo che la crisi ha ridotto molto il campo d’azione di chi fa graphic design anche in California e anche di chi ha buoni clienti. Inoltre, come da voi in Italia le scuole hanno sempre meno fondi per corsi e attrezzature e questo si riflette sulla formazione degli studenti.
A proposito di insegnamento: tu insegni anche Web design e l’uso di Flash. Come vedi le polemiche di questi giorni sul fatto che Apple snobbi del tutto Flash per i suoi dispositivi mobili, iPhone prima ed ora iPad e l’evoluzione nel campo video che vede tutti i grandi siti di servizi web come YouTube e Vimeo passare ad HTML5?
A.S.: Io sono un sostenitore di Flash e trovo che Action Script 3 sia ancora comodo per l’animazione vettoriale però riconosco che sul lato video il mercato per flash sta cambiando notevolmente. Questo non deve diventare un problema per chi fa grafica: non è importante la tecnologia che impieghi quanto l’abilità nel portare avanti un progetto. Le tecnologie cambiano di continuo e bisogna sapersi adattare.
In più Apple in molti casi pur avendo una piccola quota del mercato ha saputo influenzare le scelte sugli standard.
Ma tu che ne pensi dell’iPad?
A.S.: A me piace tantissimo il Kindle – aspetta un momento – e lo dice infilando la mano nello zaino da cui estrae la custodia a libretto con dentro l’ultimo modello di E-book reader di Amazon – mi porto dietro con me una trentina di libri da leggere in aereo, un copione di mio figlio che studia Filmmaking all’università , alcuni PDF e posso scaricare quel che voglio anche via cellulare con il CDMA di Sprint o con il Wi-fi. Il Kindle e’ bello e comodo perché fa solo questo e lo fa molto bene, posso leggere per ore consumando pochissima batteria e senza fatica per gli occhi. E questo a quasi cinquantanni – e si inforca gli occhiali – non è un aspetto secondario.
Devo dire però che sono molto curioso su cosa si potrà fare con iPad, con un schermo touch così grande la fantasia degli sviluppatori si potrà sbizzarrire.
Lasciamo Andrew al giusto riposo dopo una giornata abbastanza pesante, se ne va a dormire da un amico poco più lontano vicino alla redazione di MacWorld. Domani lo aspettano altre 7 ore di corso nella grande aula dell’ala West del Moscone Center.