A Barcellona non poteva certo mancare ARM la società che con la propria architettura e il proprio design è presente nella stragrande maggioranza dei dispositivi compatti oggi in circolazione. Lo stand sobrio rimane un po’ in ombra rispetto agli sfoggi di numerose altre società ma apparenza e dimensioni non devono trarre in inganno. Design e architettura ARM dominano pressoché incontrastati gli smartphone, i telefoni cellulari più o meno evoluti ma anche TV intelligenti, chipset, dispositivi per auto e home theater e molto altro ancora. Eric Schorn, Vice President Marketing Processor Division di ARM ha spiegato a Macitynet che tutti gli smartphone più evoluti che in questi giorni sono presentati proprio qui a Barcellona integrano un processore basato su ARM, più precisamente una versione dual core di Cortex-A9.
Per comprendere il salto di prestazioni reso possibile dalla soluzioni ARM realizzate in collaborazione con vari costruttori di CPU, basti pensare che l’ordine di incremento delle prestazioni è di 4 volte rispetto ai processori per smartphone presentati qui a Barcellona lo scorso anno. Schorn ha illustrato anche il tempo che intercorre tra la formulazione di una nuova architettura da parte di ARM, l’adozione da parte dei costruttori e la successiva integrazione, fine ad arrivare allo smartphone disponibile nei negozi oggi. “Nel caso di ARM Cortex-A9 – spiega Schorn – l’architettura e il design sono stati completati nel 2007 e consegnati ai partner nel 2008. I primi prototipi sono stati consegnati nel 2009, mentre i primi smartphone che integrano questa architettura sono presentati oggi qui a Barcellona e saranno disponibili nei negozi entro la prima metà di quest’anno”.
Per avere un’altra idea circa le dimensioni e l’importanza di ARM nel mondo mobile e dei dispositivi compatti Schorn offre un numero impressionante: 40 miliardi di dispositivi basati su ARM consegnati ogni anno. Da qui fino alla prima metà del 2010 gli smartphone più evoluti integrano un processore dotato di doppio core Arm Cortex-A9 ma nel mondo mobile, così come sta già avvenendo negli ultimi anni nel settore dei computer, il futuro è tutto all’insegna del multi-core. Nelle immagini che inseriamo in questo articolo la road map delle CPU ARM mostra che da qui fino al 2012 vedremo compatire tascabili con dual core prima con architettura Cortex-A9 e successivamente con quella Cortex-A5. L’arrivo dei primi tascabili dotati di 4 core è previsto per l’inizio del 2012.
Nello scenario mobile in evoluzione continua è difficile prevedere le mosse future dei costruttori, questo è ancora più vero nel caso di Apple. Cupertino potrebbe inserire nel prossimo iPhone una CPU realizzata in casa oppure semplicemente personalizzando un modello di un altro costruttore. In entrambi i casi è praticamente scontato che all’interno architettura e design saranno ancora una volta marchiati ARM, anche se nessuna delle due società lo dichiarerà mai apertamente.
Proviamo allora a immaginare un iPhone dotato di due o più core di calcolo. Paradossalmente la doppia unità di calcolo porterà benefici non solo nelle prestazioni massime dello smartphone ma anche nella durata della batteria. Nei dispositivi alimentati da batteria è meglio avere più potenza di calcolo da utilizzare per portare a termine le operazioni nel minor tempo possibile rispetto ad un processore più parco nei consumi ma anche più lento. La media dei consumi infatti scende quasi a zero, grazie alle sofisticate tecnologie di risparmio energetico proprietarie di ARM, quando i calcoli sono stati eseguiti e il processore entra in modalità risparmio. Viceversa il processore più lento, o una CPU single core, rimane attiva per più tempo consumando energia per eseguire la stessa operazione. Nell’iPhone che verrà dotato di multi-core le prestazioni erogate e il sistema di distribuzione del carico di lavoro convinceranno forse i dirigenti della Mela a rendere disponibile il multitasking. Ma ancora una volta abbiamo abbandonato il campo dell’hardware oggi disponibile per tentare di prevedere quello che la Mela ha in serbo per il settore mobile. La risposta definitiva arriverà solo entro l’estate di quest’anno.