Diciamocelo: se veramente Elon Musk, l’imprenditore più controverso e ricco di quest’epoca (assieme a Jeff Bezos, altro personaggio piuttosto eccentrico), rappresenta il futuro di come sono i veri grandi capitani d’industria, non siamo messi benissimo.
Nonostante Tesla sia un’azienda spettacolare che produce probabilmente le migliori macchine al mondo per la classe media, e la sua azienda di razzi SpaceX sia altrettanto interessante, altre idee sono più discutibili. Andare su Marte? Sul serio? Mettere chip nella testa della gente? Veramente?
Il punto è che non solo Elon Musk ci crede, ma ci prova anche e non ammette la parola no. Né direttamente né indirettamente. E quando sente odore di fallimento, è la volta che si arrabbia veramente.
Neuralink e Synchron
Musk, secondo le agenzie, ha contattato l’azienda Synchron, sviluppatrice di impianti di chip cerebrali, per un potenziale investimento, mentre la sua società Neuralink sta cercando di recuperare terreno nella corsa per collegare il cervello umano direttamente alle macchine, secondo quanto riferito da quattro persone che hanno familiarità con la questione.
Musk ha contattato il fondatore e amministratore delegato di Synchron, Thomas Oxley, nelle ultime settimane per discutere di un potenziale accordo. Non è chiaro se l’eventuale transazione comporterebbe un legame o una collaborazione tra Synchron e Neuralink.
Il contatto arriva dopo che Musk ha espresso più volte la sua frustrazione ai dipendenti di Neuralink per la lentezza dei loro progressi, secondo quanto dichiarato in maniera riservata da vari dipendenti dell’azienda. Questa frustrazione non è stata trasmessa a Oxley quando Musk lo ha contattato, hanno aggiunto due delle fonti.
Non è chiaro a che punto sia Neuralink nella sua richiesta alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense di iniziare la sperimentazione sull’uomo. Questo, come vedremo tra un attimo, è un elemento fondamentale dell’improvvisa fretta di ottenere risultati da parte di Elon Musk.
Il punto della discordia
Musk sa che il tempo è limitato e vuole arrivare a determinati obiettivi entro la sua vita. Quello di Neuralink è ancora più profondo e importante del viaggio di sola andata su Marte perché consentirebbe di integrare in una prima fase e poi di trasferire la coscienza delle persone nelle macchine. E renderle di fatto immortali, o comunque prolungarne in maniera sostanzialmente la vita, cosa che da sempre ossessiona i big della Silicon Valley in particolare.
Ad esempio, le ricerche di Ray Kurzweil, geniale innovatore della Silicon Valley (ha inventato l’OCR, il Midi e varie altre tecnologie) sono tutte rivolte in questa direzione: intelligenza artificiale, transumanesimo, la singolarità tecnologica (il momento in cui le macchine supereranno l’uomo) e futurismo in generale. Elon Musk va sostanzialmente nella stessa direzione.
Il punto è che Musk, cioè Neuralink, è in ritardo, e questo non piace a Musk. Per niente.
Un ritardo pericoloso
Neuralink sta cercando di disperatamente di recuperare terreno rispetto a Synchron, che a luglio ha iniziato la prima sperimentazione della sua tecnologia negli Stati Uniti. La sperimentazione prevedeva l’impianto del dispositivo nel primo di sei pazienti. Il primo paziente è affetto da SLA, una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce le cellule nervose del cervello e del midollo spinale. L’obiettivo è che il dispositivo traduca i pensieri del paziente in azioni (tra cui la navigazione online e la comunicazione via e-mail) attraverso comandi inviati a un computer.
La sperimentazione sull’uomo di Synchron è la seconda in assoluto. La prima è stata condotta in Australia con quattro pazienti che non hanno avuto effetti collaterali negativi e sono stati in grado di comunicare e fare acquisti online. L’idea di essere terzo (ma ancora non essere arrivato al traguardo e rischiare di essere superato da qualcun altro) è insostenibile per Musk, che sta cercando di rimettersi in gioco con un guizzo in avanti. Cioè una potenziale acquisizione.
Musk è anche coinvolto con un ruolo fondamentale dentro OpenAI, l’azienda che si occupa di intelligenza artificiale e i cui modelli per “inventarsi testi” e “inventarsi illustrazioni” sono diventati molto popolari e discussi a causa tra le altre cose proprio della capacità di Musk di fare un ottimo lavoro per le PR di se stesso.
Una cosa è sicura, tuttavia. Lavorare dentro Neuralink adesso dev’essere particolarmente complicato.