I colloqui che Emi aveva in corso per la liberazione della musica digitale dai Drm per ora sono sospesi. La chiusura di quello che si potrebbe definire un ‘tavolo negoziale’ tra la casa discografica e alcuni rivenditori di canzoni on line viene diffusa dal Seattle Times.
La ragione dello stop sarebbero le condizioni richieste da Emi: il pagamento di una somma di denaro non precisata ma anticipata e di proporzioni molto ingenti che avrebbe funzionato come una sorta di risarcimento anticipato a fronte di possibili atti di pirateria, più facili per la mancanza di un sistema di Drm. In risposta i retailers on line (tra cui anche Apple, oltre a RealNetworks, Amazon, Microsoft e Yahoo) avrebbero avanzato una controfferta giudicata troppo bassa, ma in linea con la necessità delle controparti di non incrementare il prezzo delle singole canzoni per fare fronte alle richieste di Emi. In aggiunta a questo il Seattle Times ipotizza che un problema aggiuntivo potrebbe essere l’ipotesi d’acquisto di Emi da parte di Warner; quest’ultima è una delle case discografiche più restie ad accettare l’ipotesi di un allentamento della pratica dei Drm.
Alcuni osservatori citati dal giornale giudicano molto preoccupante lo stop alle trattative, almeno dal punto di vista di chi pensa all’eliminazione dei sistemi di tutela dei sistemi di protezione dalla copia come un fattore d’incentivazione in questa direzione per l’intero movimento. Se Emi avesse raggiunto un accordo con i negozianti on line ben difficilmente le altre case discografiche avrebbero, sempre secondo gli osservatori, tirarsi indietro e non seguire la stessa strada.