L’eliminazione dei sistemi di tutela dalla copia aumenterebbe le vendite di contenuti digitali. L’affermazione non arriva da analisti o da qualche seguace di Steve Jobs, ma dai manager europei delle principali case discografiche.
A svolgere l’indagine è l’autorevole Jupiter Research che ha intervistato un gruppo di dipendenti e dirigenti, oltre che vari rappresentanti di società correlate a questo mercato.
La percentuale di coloro che pensano che sarebbe opportuno, ai fini di incrementare il mercato della musica, eliminare i Drm, rappresentava il 63% del campione. Un numero significativamente alto (54%) pensa che l’attuale tecnologia è eccessivamente oppressiva per i clienti mentre il 56% non crede che i Drm siano essenziale al commercio della musica digitale. Infine solo l’11% pensa che il lancio di musica protetta possa in qualche modo minacciare i profitti del comparto.
Un dato particolarmente interessante è che buona parte del malumore nei confronti della tecnologia Drm deriva dal fatto che il Drm dominante è FairPlay e che questo contribuisce a mantenere il dominio di Apple sul settore. La prova è nel fatto che il 70% pensa che solo permettendo l’uso di musica su diversi player sarà possibile dare un futuro al mercato delle canzoni digitali.
Al momento, in ogni caso, secondo Mark Mulligan, uno degli autori della ricerca, pochi consumatori sono realmente infastiditi dai Drm, ma questo è un effetto trasversale della dominanza di iPod. In termini pratici ci sono pochi problemi solo perché nessuno ha una reale esigenza di cambiare player.